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sabato 25 maggio 2013

Perchè è necessario ripensare il modo di trattare l'allergia


L' allergia è una reazione anomala nei confronti di sostanze presenti  nell'ambiente che, mentre risultano innocue per la  maggior parte delle persone, in soggetti predisposti  generano una risposta immunitaria che causa una varietà di sintomi.



Qualsiasi sostanza che causi una attivazione anomala del  sistema immunitario dell’organismo viene  definita allergene.

Un'allergia sviluppa quando il sistema immunitario del corpo reagisce a un allergene come se fosse una minaccia.

Le volte successive che una persona entra in contatto con l'allergene, il corpo "ricorda" la precedente esposizione e produce una risposta maggiore con il rilascio di sostanze chimiche nel corpo che portano a sintomi  di gravità variabile ed in sedi diverse.

La natura dei sintomi dipende anche da come avviene il contatto con l'allergene. Ad esempio, è possibile che si verifichino problemi con le vie respiratorie se si respira nel polline.

Le  principali fonti di allergeni sono:
• acari della polvere domestica
• pollini
• animali domestici
• spore di funghi o muffe
• alimenti (in particolare latte, uova, frumento, soia,  frutti di mare, frutta e noci)
• punture di vespe e api
• alcuni medicinali
• lattice
• sostanze chimiche di uso domestico o industriale

Tipi di allergie e sintomi
I sintomi sono molto vari per sede ed  intensità , dal pericoloso shock anafilattico , alle più lievi forme di dermatite:

Allergie respiratorie: rinocongiuntivite allergica e asma allergica, che causano affanno, tosse, respiro corto, starnuti, naso che cola e sinusite, oltre ad arrossamento, lacrimazione e prurito degli occhi.
Allergie cutanee (dermatiti): dermatite atopica (eczema) e dermatite da contatto che generalmente
provocano eruzioni cutanee.
• Altre allergie: allergie alimentari e al veleno di insetti che causano vari tipi di reazioni che, in alcuni casi possono mettere a repentaglio la vita (anafilassi).


Sono soprattutto le allergie respiratorie  in aumento in tutto il mondo. Circa il 20% delle persone in Europa soffre di rinite allergica (il 15% -20% dei quali è affetto da una forma grave della malattia ), mentre si stima che l’asma colpisca  il 5% - 12% delle persone in Europa.

La  reazione “abnorme”  del  Sistema  immunitario si estrinseca nella iperproduzione di anticorpi (IgE) e/o di cellule contro organismi vegetali e/o altri di origine naturale  (allergeni/antigeni) normalmente presenti nel medio ambiente,  che  vengono  riconosciuti  come
estranei e dannosi  ("Patogeni") .



Sebbene chiunque nel corso della vita possa manifestare reazioni allergiche attraverso  il processo di “sensibilizzazione”, alcuni individui ("atopici") presentano costituzionalmente un rischio maggiore.

–  In  tale  predisposizione  allergica svolgono un ruolo determinante due fattori:

a) ereditari
– Sono a maggior rischio di allergia i fratelli ed i figli di allergici; la probabilità di sviluppare allergia per questi ultimi è del 70%, quando entrambi i genitori siano allergici, e dell’80% qualora essi soffrano della medesima forma allergica. Il rischio decresce progressivamente nel caso in cui uno solo dei genitori, un fratello o altro parente stretto sia allergico.

b) fattori ambientali
– L’insorgenza della patologia allergica può essere favorita da:
− esposizione ripetuta e prolungata a fumo di sigaretta, pelo di animali, polvere di casa, inquinanti aerodispersi, “particolato”, etc.;
− assunzione troppo precoce o troppo tardiva di  alcuni  alimenti (latte vaccino, uova, pesce).


LA MARCIA ALLERGICA

I quadri clinici dell’allergia tendono spesso a presentarsi con una progressione cronologica caratteristica.
 I primi sintomi di allergia sono rappresentati di solito da lesioni cutanee a carattere eritematoso (la classica dermatite atopica), che compaiono nei bambini molto piccoli, spesso sin dai primi mesi di vita.
Oltre a queste forme, altre manifestazioni precoci di allergia possono essere alcuni sintomi gastroenterici, come diarrea, vomito e dolori addominali; i sintomi respiratori sono invece solitamente a comparsa più tardiva, anche se la rinite e il “respiro sibilante”, prime evidenze del coinvolgimento della mucosa respiratoria, possono comparire anche nei bambini molto piccoli.

Queste ed altre evidenze cliniche portano a ritenere che è come se l’allergia si “muovesse” all’interno dell’organismo, spostando la reattività verso tessuti più profondi, come in una sorta di marcia...


È dimostrato che esistono allergeni comuni a pollini e ad alcuni tipi di frutta e di verdura.
Questa “sindrome” si osserva in più del 10% dei pollinosici.




È infine da ricordare che in una discreta percentuale di pollinosici si possono rilevare immunoglobuline E specifiche verso  alimenti  vegetali  senza  alcuna manifestazione  clinica successiva  all'ingestione di tali alimenti.

 Possibili cross-reazioni tra pollini ed alimenti:

Betulaceae  -  Corylaceae (betulla, ontano,  nocciolo,  carpino): mela, pera, pesca, albicocca, prugna, ciliegia,  nocciola,  noce,  mandorla, nespola, arachide, lampone, fragola, kiwi; sedano, finocchio, carota, prezzemolo.

Graminaceae (frumento): melone,anguria, arachide, pesca, ciliegia, albicocca,  prugna, mandorla,  kiwi, agrumi; pomodoro.

Compositae (artemisia, ambrosia): banana, castagna; lattuga, cicoria, tarassaco, camomilla, olio di girasole, margarina, sedano, finocchio, carota,  prezzemolo,  pepe  verde, miele.

Parietaria: melone, ciliegia, more di gelso; pisello, basilico, ortica.

ESISTONO ANCHE :

Possibili reazioni crociate tra alimenti

  • Finocchio: Sedano, carota, prezzemolo
  • Cacao: Leguminose
  • Mela: Albicocca, ciliegia, pesca, prugna, patata, carota
  • Miele: Pollini vari, soprattutto di graminacee per il mille fiori.
  • Carota: Sedano, mela, patata, segale, frumento, ananas, anice, avocado, lattuga
  • Aglio: Asparagi, cipolla
  • Piselli: Lenticchie, liquirizia, soia, fagioli, arachidi, finocchio
  • Pesca: Albicocca, prugna, banana
  • Gamberetti: Granchio, aragosta, calamaro, gambero
  • Arachide: Mandorle, nocciole, noci


Le infezioni delle vie respiratorie giocano  un  importante ruolo  protettivo  nell’insorgenza di allergia; la mancanza di sufficienti contatti con virus e batteri nei primi anni di vita determina la riduzione dei linfociti Th1 ed il conseguente aumento dei linfociti Th2 .

L’eccessiva "igiene" produce il medesimo effetto; inoltre, tanto maggiore è il numero dei figli tanto più bassa è la probabilità che i figli più giovani siano affetti da asma bronchiale allergico. 


Particolari abitudini alimentari  possono maggiormente  predisporre  all’asma;
l’eccessivo uso di farmaci (es. antibiotici), il ricorso continuo a vaccinazioni, la  presenza  o  meno  di  infestazioni parassitarie e il fumo di tabacco sono condizioni che possono aumentare l’incidenza di questa patologia. 

Sono più colpiti i maschi delle femmine; l’obesità è un fattore predisponente.

Ciò che è importante ricordare è che l’allergia, qualunque sia l’allergene, ovunque si manifesti, non è mai una problema localizzato ma coinvolgente sempre l’intero organismo.

Alla base di tutto è il disequilibrio della “bilancia” immunitaria

Gli allergeni inducono il sistema immunitario a produrre una particolare classe di anticorpi: le immunoglobuline di tipo E (IgE). 

L’ipersensibilità IgE-mediata è infatti una caratteristica di tutte le problematiche allergiche.
Alla base di questo comportamento immunitario vi è un disequilibrio nella differenziazione delle cellule che funzionano come i “registri” della risposta difensiva, i linfociti T helper




I T helper (Th) sono suddivisi in due principali sottogruppi con funzioni specifiche, i Th1 e i Th2, tra loro antagonisti.

 Il cardine dell’efficienza immunitaria, e quindi della salute, dell’individuo ha le sue basi nell’equilibrio tra Th1 e Th2. 


Per svariati fattori (mancato o scarso allattamento al seno, vaccinazioni, uso di farmaci, soprattutto antibiotici, alimentazione ricca di zuccheri e proteine animali, ecc.), questo equilibrio può venire a mancare, privilegiando un orientamento immunitario, oppure l’altro.

 Lo sbilanciamento immunitario verso Th2 è una caratteristica che predispone l’individuo all’allergia. I Th2 sono infatti legati all'attivazione e alla differenziazione dei linfociti B, produttori di IgE, gli anticorpi dell’allergia. 

Considerate queste premesse si evidenzia che il trattamento delle allergie con la medicina convenzionale non è soddisfacente.

Contenere i sintomi senza  trattare invece le cause che hanno portato all’iper-reattività allergica dell’individuo non può risolvere il problema e conduce  all’utilizzo di molti farmaci per curare i tanti sintomi che si manifestano...con la conseguenza di molteplici effetti collaterali! 

Le classi di farmaci maggiormente utilizzate in tal senso sono gli antistaminici, gli stabilizzatori di membrana, i β2 stimolanti/adrenergici, i cortisonici e gli antileucotrienici.

Gli antistaminici, sia di prima che di seconda generazione, presentano numerosi effetti collaterali: la sedazione, che limita fortemente la qualità di vita del paziente, è uno di questi, l’effetto “rimbalzo”, all’interruzione del farmaco, è un altro, molto comune. Altri effetti collaterali sono: dolori gastrici, secchezza delle fauci, delle mucose nasali e della gola, vertigini, nervosismo, irrequietezza ed aumento di peso, per non parlare del rischio di una forma di aritmia che può evolvere in quella che viene chiamata “torsione di punta”, un’aritmia potenzialmente letale. 

Ricchi di effetti collaterali sono anche gli stabilizzatori di membrana: broncospasmo, tosse, affanno, edema laringeo, tumefazione e dolori articolari, angioedema, mal di testa, rashes cutanei, nausea, sapore cattivo in bocca, oltre al fatto che risultano insufficienti per contenere i sintomi se utilizzati da soli e necessitano perciò dell’associazione con i cortisonici e/o gli antistaminici. 

Gli effetti avversi dei β2 stimolanti/adrenergici sono tali e tanti che si dovrebbe veramente utilizzarli in extremis, solo nei casi di effettivo bisogno del paziente. Tra i maggiori effetti collaterali di tali farmaci ricordiamo: euforia, tachicardia, insonnia, nervosismo, agitazione, ansietà a cui si aggiungono, ben più gravi, nausea, vomito, cefalee, aumento della pressione sanguigna, ictus cerebrale e infarto cardiaco (in particolare, questi farmaci devono essere usati con estrema cautela dai cardiopatici). 

cortisonici, purtroppo ampiamente utilizzati per la loro efficacia nel “mascherare” i sintomi, danno, ahimè, ritenzione idrica, gonfiore del viso, aumento della peluria, insonnia, aumento dell’appetito. Il protrarsi della cura può portare ad incremento di peso, riduzione della massa muscolare, iperglicemia, osteoporosi, ulcere gastriche, psicosi, cataratte, glaucoma, ritenzione di sodio  e perdita di potassio, ipertensione arteriosa, micosi ed infezioni. 

Non meno pericolosi sono anche gli antileucotrienici, di recente immissione in commercio, i quali sembrano essere direttamente collegati a cambiamenti comportamentali quali ansia, depressione e, in ultima analisi, tendenza al suicidio (e sono per tale ragione monitorati, dal marzo 2008, da parte della FDA). 

Una considerazione a parte va fatta per l’Immunoterapia Allergene Specifica (ITS); il principio è quello di somministrare al soggetto allergico dosi sempre crescenti di allergene con lo scopo di indurre tolleranza o di desensibilizzare verso l’allergene stesso. La somministrazione deve essere effettuata per un periodo di tempo molto lungo, dai 3 ai 5 anni!!! L’ITS non elimina tutti i sintomi dell’allergia e anche dopo il termine della procedura, l’allergico continuerà con la terapia farmacologica “a vita”, anche se con dosaggi minori. 

Con questi presupposti, è ragionevole considerare un  approccio alternativo basato su
un' attenzione particolare allo stile di vita, valutando l'utilizzo di terapie basate su altri presupposti (omeopatia, omotossicologia, fitoterapia, oligoterapia, agopuntura, etc),  con lo scopo, di diminuire la reattività dell’organismo e lo stato infiammatorio sistemico cronico (legato allo squilibrio verso Th2) e di trattare efficacemente i sintomi con il minor sovraccarico possibile di farmaci.




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