In teoria il certificato è obbligatorio solo per l'attività sportiva non agonistica in ambito di federazione, ma molte palestre lo chiedono ugualmente, per problemi di copertura assicurativa.
Se richiesto il medico, effettuata la sua valutazione, se ritiene il paziente idoneo rilascia la certificazione, che ha un costo per il cittadino.
Il problema è che la confusa normativa prevede, per i pazienti di meno di 60 anni, un ECG refertato, "almeno una volta nella vita".
L' ECG richiesto ai fini della idoneità alla pratica sportiva non agonistica è a carico del cittadino.
Poiché sono milioni i cittadini che praticano attività sportiva, è evidente che sono tanti gli interessi in gioco:La Fondazione italiana cuore e circolazione ha dichiarato, per esempio, che deve essere il cardiologo o il medico dello sport a certificare, altrimenti si rischia una diagnosi imperfetta o inutile.
Fatto sta che, in un periodo di crisi economica come questo
"Al certificato medico, che può costare tra i 30 e i 50 Euro, bisogna aggiungere il costo dell'Ecg e della visita specialistica per la refertazione: alla fine si può arrivare a spendere tra i 100 e i 150 euro, una cifra che rischia di scoraggiare i cittadini facendoli rinunciare all'attività sportiva".
Non sarà meglio riprendere a far giocare i bimbi nei cortili ove possono scatenarsi senza "inutili" certificazioni ?
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