Molto spesso all'insorgere dei primi sintomi influenzali, di un semplice raffreddore o di una febbre si tende a far ricorso alle cure antibiotiche pensando così di accelerare la guarigione.
Nelle patologie di origine virale il ricorso all'antibiotico è completamente inutile (agisce sui batteri, non sui virus!) e può essere dannoso per l'organismo per la sua tossicità, specialmente a carico del fegato e della flora batterica eubiotica con compromissione della efficienza del sistema immunitario, che diviene via via più debole e inefficace man mano che si fa ricorso troppo frequente a questo tipo di farmaco.
La massiccia e indiscriminata prescrizione di antibiotici è sotto gli occhi di tutti. Non è un caso che la campagna dell'Agenzia Italiana del Farmaco sia rivolta esplicitamente a sensibilizzare anche i medici .
L'interruzione anticipata della cura rappresenta un altro aspetto problematico.
In pratica si interrompono le cure ai primi miglioramenti senza terminare il ciclo prescritto: questa 'pratica' scorretta di automedicazione alimenta lo sviluppo di resistenze, contribuendo ad uccidere i batteri più deboli e selezionare quelli più forti con il rischio di favorire la comparsa di BATTERI SUPER RESISTENTI, contro i quali non ci sono terapie !
Noi medici subiamo molti tipi di pressione che ci inducono a prescrivere antibiotici in condizioni in cui non vi è una evidente necessità.
La causa più spesso riportata è l'attesa di una prescrizione antibiotica da parte dei genitori.
La maggioranza dei genitori ritengono l’antibiotico il farmaco risolutivo di gran parte delle patologie infettive. In un questionario rivolto ai genitori di 400 pazienti (Diana A. Palmer USA 1999) si è visto che l’83% erano convinti dell’utilità degli antibiotici in tutte le infezioni faringee, il 32% nel raffreddore, il 58% in caso di tosse, il 58% in caso di febbre.
I genitori di pazienti con infezioni delle alte vie respiratorie o con bronchite non trattati con antibiotici hanno maggiori probabilità di essere insoddisfatti e di consultare nuovamente il proprio medico o altri medici.
Un'altra causa di iperprescrizione di antibiotici è il ricorso esageratamente tempestivo al medico già nelle prime ore della comparsa del problema.
Se il medico ha la forza di resistere, dopo 2 -3 giorni si torna in ambulatorio , ove , magari con atteggiamento magari un pò aggressivo, si fa presente che "ora ha pure la tosse", "il muco è giallo", " si tocca le orecchie"
Il bambino che ha questo tipo di genitori difficilmente riesce ad evitare un antibiotico inutile.
Se il pediatra resiste e non lo prescrive, il piccolo è portato in Guardia Medica, poi in Pronto Soccorso, o dal medico "privato" (che qualcosa di diverso dovrà pur fare...) , finchè si ottiene la sospirata prescrizione.
Nei casi più eclatanti si può arrivare alla ipercuria ( esagerate cure parentali) o persino alla " Sindrome di Munchausen per procura" uno od entrambi i genitori hanno un’errata convinzione sulla salute del proprio figlio, tanto da avere un bisogno coatto di vederlo malato, allo scopo di attirare l’attenzione su sé stesse, sentendosi “così….particolarmente e realmente utili e proiettando sul figlio le proprie insoddisfazioni e problematiche più profonde…”.
In questi casi il bambino rischia di essere sottoposto, oltre che a terapie antibiotiche inopportune, ad accertamenti non necessari , visite specialistiche superflue, diete incongrue da asserite intolleranze alimentari, fino a riceverne un vero e proprio danno, fisico e psicologico.
Quindi raccomando : AIUTATE IL PEDIATRA A DIFENDERE IL VOSTRO BAMBINO.
NON CHIEDETEGLI DI PRESCRIVERE ANTIBIOTICI
- PERCHE' SENZA NON GUARISCE,
- DA TENERE IN CASA
- PERCHE' POI FA SEMPRE LA BRONCHITE
- PERCHE' IL MUCO E' GIALLO
- PERCHE' LA FEBBRE E' ALTA
PERCHE' DEVO ANDARE IN VACANZA - ETC ETC
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Tosse
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