L'Ambulatorio convenzionato con il SSN è stato definitivamente chiuso il 31 luglio 2018.
venerdì 30 novembre 2012
giovedì 29 novembre 2012
La privatizzazione della Sanità
Da circa 30 anni il sistema sanitario pubblico
riceve sempre meno finanziamenti, ora vogliono tornare al sistema delle mutue "integrative".
L’inganno è nel termine “integrativo” in realtà il servizio sanitario pubblico cede alcune sue parti importanti alle mutue e ad altri sistemi privati. Cioè il termine giusto è “sostitutivo” le mutue sostituiscono parti del pubblico
L’inganno è nel termine “integrativo” in realtà il servizio sanitario pubblico cede alcune sue parti importanti alle mutue e ad altri sistemi privati. Cioè il termine giusto è “sostitutivo” le mutue sostituiscono parti del pubblico
lunedì 26 novembre 2012
Antibiotici , uso ed abuso
Molto spesso all'insorgere dei primi sintomi influenzali, di un semplice raffreddore o di una febbre si tende a far ricorso alle cure antibiotiche pensando così di accelerare la guarigione.
Nelle patologie di origine virale il ricorso all'antibiotico è completamente inutile (agisce sui batteri, non sui virus!) e può essere dannoso per l'organismo per la sua tossicità, specialmente a carico del fegato e della flora batterica eubiotica con compromissione della efficienza del sistema immunitario, che diviene via via più debole e inefficace man mano che si fa ricorso troppo frequente a questo tipo di farmaco.
La massiccia e indiscriminata prescrizione di antibiotici è sotto gli occhi di tutti. Non è un caso che la campagna dell'Agenzia Italiana del Farmaco sia rivolta esplicitamente a sensibilizzare anche i medici .
L'interruzione anticipata della cura rappresenta un altro aspetto problematico.
In pratica si interrompono le cure ai primi miglioramenti senza terminare il ciclo prescritto: questa 'pratica' scorretta di automedicazione alimenta lo sviluppo di resistenze, contribuendo ad uccidere i batteri più deboli e selezionare quelli più forti con il rischio di favorire la comparsa di BATTERI SUPER RESISTENTI, contro i quali non ci sono terapie !
Noi medici subiamo molti tipi di pressione che ci inducono a prescrivere antibiotici in condizioni in cui non vi è una evidente necessità.
La causa più spesso riportata è l'attesa di una prescrizione antibiotica da parte dei genitori.
La maggioranza dei genitori ritengono l’antibiotico il farmaco risolutivo di gran parte delle patologie infettive. In un questionario rivolto ai genitori di 400 pazienti (Diana A. Palmer USA 1999) si è visto che l’83% erano convinti dell’utilità degli antibiotici in tutte le infezioni faringee, il 32% nel raffreddore, il 58% in caso di tosse, il 58% in caso di febbre.
I genitori di pazienti con infezioni delle alte vie respiratorie o con bronchite non trattati con antibiotici hanno maggiori probabilità di essere insoddisfatti e di consultare nuovamente il proprio medico o altri medici.
Un'altra causa di iperprescrizione di antibiotici è il ricorso esageratamente tempestivo al medico già nelle prime ore della comparsa del problema.
Se il medico ha la forza di resistere, dopo 2 -3 giorni si torna in ambulatorio , ove , magari con atteggiamento magari un pò aggressivo, si fa presente che "ora ha pure la tosse", "il muco è giallo", " si tocca le orecchie"
Il bambino che ha questo tipo di genitori difficilmente riesce ad evitare un antibiotico inutile.
Se il pediatra resiste e non lo prescrive, il piccolo è portato in Guardia Medica, poi in Pronto Soccorso, o dal medico "privato" (che qualcosa di diverso dovrà pur fare...) , finchè si ottiene la sospirata prescrizione.
Nei casi più eclatanti si può arrivare alla ipercuria ( esagerate cure parentali) o persino alla " Sindrome di Munchausen per procura" uno od entrambi i genitori hanno un’errata convinzione sulla salute del proprio figlio, tanto da avere un bisogno coatto di vederlo malato, allo scopo di attirare l’attenzione su sé stesse, sentendosi “così….particolarmente e realmente utili e proiettando sul figlio le proprie insoddisfazioni e problematiche più profonde…”.
In questi casi il bambino rischia di essere sottoposto, oltre che a terapie antibiotiche inopportune, ad accertamenti non necessari , visite specialistiche superflue, diete incongrue da asserite intolleranze alimentari, fino a riceverne un vero e proprio danno, fisico e psicologico.
Quindi raccomando : AIUTATE IL PEDIATRA A DIFENDERE IL VOSTRO BAMBINO.
NON CHIEDETEGLI DI PRESCRIVERE ANTIBIOTICI
- PERCHE' SENZA NON GUARISCE,
- DA TENERE IN CASA
- PERCHE' POI FA SEMPRE LA BRONCHITE
- PERCHE' IL MUCO E' GIALLO
- PERCHE' LA FEBBRE E' ALTA
PERCHE' DEVO ANDARE IN VACANZA - ETC ETC
Post precedenti : Risorsa da non sprecare
mio marito dice che
Tosse
Etichette:
antibiotici,
febbre,
otite,
raffreddore,
resistenza,
tosse
lunedì 12 novembre 2012
Problemi alimentari : non facciamone un dramma
Molti bambini hanno problemi legati all’alimentazione :
quelli che non mangiano nulla
quelli che mangiano solo cibi dolci
quelli famelici che divorano con qualsiasi cosa a qualsiasi ora...
Le mamme ansiose certamente esagerano nel riferire e ad una indagine appena più accurata si scopre che non è propriamente vero che il bambino in questione non "mangi niente".
I genitori delle generazioni passate assumevano un comportamento che possiamo adottare con successo ed è, non stupitevene, "l'indifferenza" verso ciò che i figli mangiano.
Se il bambino decideva di saltare il pasto, ci si limitava a pensare: "Non avrà fame". Questa indifferenza, in realtà solo apparente, portava con sé un messaggio importante: ognuno, persino un bambino, ha un'innata capacità di stabilire quanto e quale cibo gli è necessario. È l'atteggiamento più spontaneo e naturale, quello che permette ai figli di seguire il proprio istinto e tenere lontane le problematiche psicologiche riguardo al cibo.
Comunque squilibri alimentari sono comuni negli adolescenti ma anche in età infantile e il numero di bambini obesi è in continua crescita.
L' OBESITA' è uno dei problemi di salute pubblica più importanti ed è principalmente causata dai cambiamenti nel nostro modo di vivere e nel nostro modo di rapportarci con il cibo.
La soluzione secondo la nutrizionista Ellyn Satter è la
DIVISIONE DI RESPONSABILITA'
Tuo figlio non mangia? Si vede che non ha fame. Tuo figlio mangia tanto: forse ha bisogno di più energia per funzionare. Tua figlia mangia solo pasta? Beh, la pasta è buona. Magari domani mangierà solo carne. Insomma, immaginiamo per un momento che loro siano competenti e che siano perfettamente in grado di regolare la quantità e la varietà di cibo di cui hanno bisogno.
Voi servite il cibo. Loro se lo mangiano se lo vogliono. Sennò pazienza. Sarà per un altra volta.
La sua idea innovativa viene riassunta così:
I genitori sono responsabili di cosa, quando e dove si mangia;
i bambini sono responsabili di quanto e se mangiare.
Nel suo libro Child of mine , la Satter afferma che i bambini che diventano obesi sono quelli ai quali i genitori hanno limitato l’accesso al cibo. Più si pongono limiti sul cibo, in quantità e qualità, più il bambino si affretta a mangiare tutto quello che gli capita a portata quando ne ha la possibilità, per paura che non avrà cibo più tardi quando gli verrà effettivamente fame.
Il danno maggiore che si viene a creare è quello di far dimenticare al bambino come riconoscere la sensazione di fame e di sazietà, e insegnargli invece a mangiare ogni qualvolta il cibo è a disposizione.
Allo stesso modo, forzare il bambino inappetente a mangiare qualcosa di cui non ha voglia, crea un rapporto conflittuale con il cibo, che in quanto imposizione, diventa qualcosa di spiacevole. E il mangiare qualcosa da evitare a tutti i costi.
In pratica i tradizionali metodi di educazione alimentare (mangia questo perché fa bene, non mangiare questo perché fa male) ottengono più frequentemente il risultato opposto.
Tentare di controllare esternamente l’assunzione di cibo (in modo diretto o indiretto) blocca la sensibilità alla regolazione interna, interferendo con uno sviluppo sociale ed emotivo ottimale e, in ultima analisi, rende i bambini ancora più grassi o più magri di quanto non sarebbero altrimenti.
E come non serve a nulla proibire o costringere a consumare un cibo, così è dannoso utilizzare il cibo come premio o come ricompensa, tutti comportamenti che inducono un rapporto emotivo squilibrato con il mangiare, togliendogli la funzione principale: quella di fornire i nutrienti di cui abbiamo bisogno per crescere e funzionare.
Ma come si fa ad attenersi a questa divisione di responsabilità quando agli occhi del genitore è evidente che il figlio non mangia o mangia troppo? Gli ingredienti per il successo sono apparentemente semplici:
Ma soprattutto fidarsi della capacità di autoregolamentazione innata del bambino.
Anche il bambino il cui sistema di regolazione della sensazione di fame e sazietà è stato minato, riesce in breve tempo a ritrovare in se la capacità, una volta che i genitori si attengono alla regola d’oro della divisione di responsabilità.
Resta da capire come comportarsi quando le cose non vanno esattamente lisce.
QUINDI :
quelli che non mangiano nulla
quelli che mangiano solo cibi dolci
quelli famelici che divorano con qualsiasi cosa a qualsiasi ora...
Le mamme ansiose certamente esagerano nel riferire e ad una indagine appena più accurata si scopre che non è propriamente vero che il bambino in questione non "mangi niente".
I genitori delle generazioni passate assumevano un comportamento che possiamo adottare con successo ed è, non stupitevene, "l'indifferenza" verso ciò che i figli mangiano.
Se il bambino decideva di saltare il pasto, ci si limitava a pensare: "Non avrà fame". Questa indifferenza, in realtà solo apparente, portava con sé un messaggio importante: ognuno, persino un bambino, ha un'innata capacità di stabilire quanto e quale cibo gli è necessario. È l'atteggiamento più spontaneo e naturale, quello che permette ai figli di seguire il proprio istinto e tenere lontane le problematiche psicologiche riguardo al cibo.
Comunque squilibri alimentari sono comuni negli adolescenti ma anche in età infantile e il numero di bambini obesi è in continua crescita.
L' OBESITA' è uno dei problemi di salute pubblica più importanti ed è principalmente causata dai cambiamenti nel nostro modo di vivere e nel nostro modo di rapportarci con il cibo.
La soluzione secondo la nutrizionista Ellyn Satter è la
DIVISIONE DI RESPONSABILITA'
Tuo figlio non mangia? Si vede che non ha fame. Tuo figlio mangia tanto: forse ha bisogno di più energia per funzionare. Tua figlia mangia solo pasta? Beh, la pasta è buona. Magari domani mangierà solo carne. Insomma, immaginiamo per un momento che loro siano competenti e che siano perfettamente in grado di regolare la quantità e la varietà di cibo di cui hanno bisogno.
Voi servite il cibo. Loro se lo mangiano se lo vogliono. Sennò pazienza. Sarà per un altra volta.
La sua idea innovativa viene riassunta così:
I genitori sono responsabili di cosa, quando e dove si mangia;
i bambini sono responsabili di quanto e se mangiare.
Nel suo libro Child of mine , la Satter afferma che i bambini che diventano obesi sono quelli ai quali i genitori hanno limitato l’accesso al cibo. Più si pongono limiti sul cibo, in quantità e qualità, più il bambino si affretta a mangiare tutto quello che gli capita a portata quando ne ha la possibilità, per paura che non avrà cibo più tardi quando gli verrà effettivamente fame.
Il danno maggiore che si viene a creare è quello di far dimenticare al bambino come riconoscere la sensazione di fame e di sazietà, e insegnargli invece a mangiare ogni qualvolta il cibo è a disposizione.
Allo stesso modo, forzare il bambino inappetente a mangiare qualcosa di cui non ha voglia, crea un rapporto conflittuale con il cibo, che in quanto imposizione, diventa qualcosa di spiacevole. E il mangiare qualcosa da evitare a tutti i costi.
In pratica i tradizionali metodi di educazione alimentare (mangia questo perché fa bene, non mangiare questo perché fa male) ottengono più frequentemente il risultato opposto.
Tentare di controllare esternamente l’assunzione di cibo (in modo diretto o indiretto) blocca la sensibilità alla regolazione interna, interferendo con uno sviluppo sociale ed emotivo ottimale e, in ultima analisi, rende i bambini ancora più grassi o più magri di quanto non sarebbero altrimenti.
E come non serve a nulla proibire o costringere a consumare un cibo, così è dannoso utilizzare il cibo come premio o come ricompensa, tutti comportamenti che inducono un rapporto emotivo squilibrato con il mangiare, togliendogli la funzione principale: quella di fornire i nutrienti di cui abbiamo bisogno per crescere e funzionare.
Ma come si fa ad attenersi a questa divisione di responsabilità quando agli occhi del genitore è evidente che il figlio non mangia o mangia troppo? Gli ingredienti per il successo sono apparentemente semplici:
- - offrire pasti ad orari regolari
- - offrire merende sane e nutrienti tra i pasti, in modo che non si arrivi al pasto troppo affamati (ma nemmeno sazi)
- - dare completa possibilità al bambino di scegliere quello che vuole e non vuole mangiare tra le cose che avete preparato, (quindi siete responsabili della QUALITA' del cibo offerto) nelle quantità che desidera.
- - i pasti devono essere consumati seduti, e per quanto possibile devono essere un momento piacevole per la famiglia
Ma soprattutto fidarsi della capacità di autoregolamentazione innata del bambino.
Anche il bambino il cui sistema di regolazione della sensazione di fame e sazietà è stato minato, riesce in breve tempo a ritrovare in se la capacità, una volta che i genitori si attengono alla regola d’oro della divisione di responsabilità.
Resta da capire come comportarsi quando le cose non vanno esattamente lisce.
QUINDI :
- APPROCCIO RILASSATO, NIENTE MINACCE o PUNIZIONI
- NON UTILIZZARE IL CIBO COME PREMIO
mercoledì 7 novembre 2012
Un mondo difficile per i bambini
Le notizie di oggi
Il degrado fisico e morale colpisce ancora una volta gli esseri indifesi, i bambini, mettendone a rischio vita e salute:
La violenza fisica, l'incuria, gli abusi, anche quando non sfociano, come in questi casi, in esiti drammatici immediati, determinano conseguenze anche a lungo termine sui bambini compromettendone la salute fisica e psichica.
Etichette:
abuso,
emergenza,
intossicazione,
violenza
Iscriviti a:
Post (Atom)