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martedì 25 settembre 2012

Piedi piatti e (inutili) plantari

Informazioni dal sito del dr Lodispoto

Tutti i bambini nascono con il piede piatto

 
E' la norma: quasi tutti evolvono spontaneamente verso lo sviluppo di un piede normale con gli archi plantari ben rappresentati entro i 7-10 anni. 

Altri invece conservano il piede piatto anche da grandi. 






Non è il caso di allarmarsi: i plantari sono realmente necessari in pochissimi casi. Quei pochi tuttavia anche con l'uso del plantare non potranno sperare in una correzione definitiva. L'esatto contrario delle convinzioni correnti di mamme e specialisti fino a poco tempo fa. 

Per la correzione definitiva del piede piatto occorre l'intervento chirurgico

Riservata a pochissimi casi la chirurgia tradizionale, molto cruenta ed invasiva che prevede la soppressione di alcune articolazioni del piede e la trasposizione di grossi tendini. 

Oggi si corregge il piede piatto in modo mininvasivo. Per via percutanea si introduce nel piede una vite che impedisce la rotazione verso l'interno dela caviglia oltre il limite fisiologico. 

Tanto basta a mantenere l'arco plantare e a correggere il piede piatto in modo definitivo. Non solo: la vite è stata realizzata anche in materiale riassorbibile come l'acido polilattico, che non necessita di un secondo intervento per la rimozione. I risultati eccellenti di queste metodiche mininvasive sono ormai confortate da follow up di altre dieci anni e da continui confronti con altre metodiche. Una opportunità chirurgica che tuttavia non è per tutti. I criteri di selezione per ottenere risultati eccellenti sono molto rigidi ed è necessaria una accurata valutazione biomeccanica e radiologica accurata.

Plantari
I plantari sono come gli occhiali: correggono finchè vengono indossati, ma appena tolti il difetto si manifesta nuovamente. 




Questo il risultato di alcuni recenti studi statistici: il plantare non modifica lo sviluppo dell'arco plantare. Il piede piatto, se tale, resta piatto anche dopo anni di diligente correzione con il sostegno di una ortesi plantare.

 Giudizio negativo anche per le calzature correttive, alte e rigide

"Contrariamente a quanto di credeva in passato, epoca in cui le calzature correttive erano piuttosto rigide, oggi gli specialisti sanno bene che la scarpa svolge un’azione di tipo prevalentemente contenitivo e non può “modellare” le ossa. Sono infatti i muscoli i veri modulatori della forma del nostro scheletro. Di conseguenza, la calzatura ortopedica non deve comportare costrizione, ma favorire il recupero e il potenziamento di un corretto gioco muscolare. La scarpa deve quindi essere prima di tutto morbida e flessibile, non deve rappresentare per il piede una sorta di “prigione” che ne impedisce le esperienze necessarie per crescere e nella quale i muscoli dell’arto inferiore lavorano poco e niente. I muscoli debbono poter esercitare la loro funzione per rendere il piede valido e forte."



 
nel tempo è sempre la scarpa a modellarsi sulla forma del piede e mai il contrario. C'è di più: è proprio l'uso precoce delle scarpe a ritardare lo sviluppo del piede e a favorire dismorfismi: due studi hanno messo a confronto la popolazione di bambini occidentali con quella di bambini di zone rurali indiane ed africane. Risultato: i bambini che camminano scalzi sviluppano piedi più sani di quelli che utilizzano fin dai primi passi scarpine e plantarini.

 E' un fatto di percezioni: il piede non è solo uno strumento di propulsione per il passo, è anche un organo di senso. La sua capacità di discriminare le sensazioni tattili sono seconde solo alla mano e alla lingua. Ad ogni passo il piede appoggia al suolo tutta la pianta e per un breve momento si rilascia per meglio adereire e raccogliere le informazioni tattili dal terreno.
Poi in base alle precezioni reccolte, durezza e asperità del suolo, si irrigidisce e si trasforma in una leva che spinge e fa avanzare il passo. 

Questo importante lavoro di elaborazione di informazioni e di lavoro dei muscoli del piede viene quasi annullato dalla suola delle scarpe

Lasciare i bambini scalzi almeno d'estate su superfici incoerenti e informative come sabbia e terra favoriscono invece la maturazione del piede e quindi un più sano sviluppo 



La prevenzione incomincia presto: 

  • allontanando zie e nonne che si adoperano amorevolmente per far compiere i primi passi al loro nipotino. 

  • Anche eliminare o limitare l'uso del girello e

    ritardare quello delle calzature 

 C'è una spiegazione che giustifica questi consigli. Durante i primi mesi di vita i tessuti molli del piede ( tendini, legamenti e capsule articolari ) sono particolarmente elastici e cedevoli, tanto che sotto il peso del bambino il piede si appiattisce e prende contatto a terra con tutta la pianta. Nessun problema, si tratta del piede lasso infantile che spontaneamente prenderà la sua forma e resistenza definitiva con il passare del tempo e senza nessuna terapia. Questa favorevole evoluzione può essere compromessa se, il bambino viene incoraggiato troppo precocemente alla stazione eretta e deambula a tappe forzate con l'aiuto di sostegni e girello. Le strutture di sostegno del piede ancora immature ne risentono e l'estremità, se predisposta, può sviluppare un piattismo.
Non solo: deambulazione precoce implica anche un periodo di carponamento abbreviato. Si tratta di una fase fondamentale per lo sviluppo della coordinazione e per la formazione di particolari connessioni nervose tra un emisfero e l'altro. Di quì le difficoltà nello sport e nel passaggio di abilità manuali aquisite con un arto, all'altro arto, negli adolescenti e negli adulti che non hanno carponato a sufficienza. C'è di più: il piede non è solo un mezzo di locomozione, è anche un organo di senso. Una doppia natura che va assecondata il più possibile almeno nei primi anni di vita: ritardando l'uso delle scarpe e incoraggiandolo a camminare a piedi scalzi quando la stagione e l'ambiente lo consentono. 

In questo modo informazioni sensitive ed esperienze motorie verranno acquisite dalla pianta del piede, ricca di terminazioni nervose e archiviate nel cervello. Un inconsapevole bagaglio di conoscenze che sembra importante per mettere a punto il tono dei muscoli del piede e prevenire il piede piatto e cavo e alcune deformità delle dita.


Così, il più delle volte, è il tempo a correggere il piede piatto: 

il grado di valgismo del piede, che esprime la gravità del piede piatto, si riduce spontaneamente con lo sviluppo e la maturazione ossea. Bambini che hanno il piede piatto a tre anni di età, possono mostrare un piede perfetto a sette, otto anni di età senza che sia stato utilizzato alcun presidio correttivo. Non solo: anche se il piede resta piatto negli adolescenti e nei giovani adulti il più delle volte non c'è motivo di allarmarsi. 

Si deve infatti distinguere se il piede piatto osservato da fermo si trasforma in un piede normale durante il passo. Il più delle volte infatti il piede durante la deambulazione e la corsa grazie all'intervento dei potenti tendini che lo controllano riacquista le normali curvature. Questi piedi benché piatti non necessitano di nessuna correzione.  

Solo il 3-4 % dei piedi piatti mantiene la deformità anche durante il passo. Questi piedi specie se doloranti richiedono invece la correzione con plantari o con l'intervento chirurgico.

L'intervento
Chirurgia mininvasiva e materiali riassorbibili anche per la chirurgia del piede piatto. Con la artrorisi.

Una tecnica tutta italiana, messa a punto nel 90' dal professor S. Giannini direttore della clinica ortopedica dell'università di Bologna. Oggi questo intervento dopo tredici anni di continue messe a punto e controlli a distanza dei risultati viene effettuato da numerosi specialisti con risultati eccellenti.

  Una incisione di un centimetro effettuato sotto il malleolo esterno del piede permette al chirurgo di introdurre una vite di calibro adeguata tra due ossa del piede: l'astragalo e il calcagno. 
 Sono questi due elementi che si articolano tra di loro a determinare il piede piatto quando si angolano eccessivamente. 



La vite ha la funzione di arrestare lo scivolamento tra le due ossa oltre un certo angolo. Tanto basta a correggere in maniera definitiva il piede piatto. Terminato l'intervento basta un punto di sutura sulla pelle a chiusura della piccola ferita. Il paziente con uno stivaletto gessato può riprendere a camminare subito e caricare sull'arto appena operato. Dopo due settimane il gesso viene rimosso e un breve ciclo di fisioterapia riabilita piede e caviglia. A due mesi dall'intervento il piccolo paziente può tornare a correre e a praticare l'attività sportiva desiderata. La vite non deve essere rimossa: realizzata in acido polilattico dopo tre quattro anni, esaurita la sua funzione si scioglie e viene completamente riassorbita dai tessuti.

I risultati statistici sono eccellenti nel 96-97% dei casi e non sono state in pratica osservate reazioni avverse al prodotto o mobilizzazioni dell'impianto che hanno richiesto la rimozione. Ben altra cosa la chirurgia tradizionale: la correzione dell'arco plantare viene ottenuta sopprimendo alcune articolazioni del piede che viene irrigidito fondendo tra loro certe ossa del piede.
Risultato: piede sì corretto, ma al prezzo del sacrificio della naturale anatomia ed elasticità del piede e con un decorso post operatorio più lungo e difficile.
La artrorisi con vite riassorbibile è indicata nei bambini in fase di sviluppo tra gli 8 e i 12 anni, ma anche i giovani adulti possono essere sottoposti a questo intervento. 

Per tutti però valgono dei criteri di esclusione: piedi piatti non sintomatici o piatti che si correggono spontaneamente durante la fase di leva e spinta del passo non necessitano di nessuna correzione.

lunedì 24 settembre 2012

Come proteggere i bambini dalle malattie da raffreddamento

Come di consueto, a breve partiranno le pressioni per far eseguire la vaccinazione antinfluenzale.






E' giusto sapere che secondo Cochrane l'efficacia  di questa vaccinazione nei bambini non è dimostrata  sotto i due anni di età , che sopra i due anni gli studi che ne dimostrano l'efficacia sono quelli finanziati dall'industria farmaceutica, mentre molto meno evidente è il vantaggio per i vaccinati quando gli studi sono finanziati da fonti pubbliche.
Anche la sicurezza di tale vaccino non è del tutto certa.


La influenza della  prossima stagione invernale , secondo i dati australiani, dove l'inverno si è appena concluso, non dovrebbe avere caratteristiche di particolari aggressività.

E' possibile cercare di evitare l'influenza e prevenirne i danni  utilizzando rimedi naturali che agiscono non solo nei confronti del mutevole virus influenzale ma anche di tutte le malattie da raffreddamento tipiche della stagione.

E' chiaro che la prevenzione più efficace è quella che prende in considerazione la situazione clinica e la reattività del singolo bambino, con la ricerca personalizzata del suo rimedio costituzionale o di fondo , ma questo richiede una accurata visita omeopatica ed ha un costo seppure non eccessivo.


Tuttavia molto spesso si ottengono ottimi risultati anche con una terapia molto semplice e poco costosa.


Da OTTOBRE A GENNAIO
assunzione una domenica al mese INF 200 CH e le altre domeniche del mese OSCILLOCOCCINUM.


poi da Febbraio a Aprile
ogni 10 -15 giorni --> Oscillococcinum


Questo è uno schema minimale: la profilassi può essere completata con la somministrazione di oligoelementi, fitogemmoterapici, miscele di citochine omeopatizzate, omotossicologici  e soprattutto con il già citato rimedio di fondo, ma evidentemente questo richiede una personalizzazione della terapia, per cui è necessario rivolgersi ad un medico competente.

 

Christian Friedrich Samuel Hahnemann fondatore dell' Omeopatia

 


Nota Bene : l' Oscillococcinum è un prodotto omeopatico, che la medicina accademica ritiene del tutto inefficace perchè non contiene "molecole attive".
Il discorso è molto più complicato, gli organismi viventi non rispondono soltanto a stimoli chimici legati a strette interazioni dose - effetto e se proverete ve ne renderete conto !







giovedì 20 settembre 2012

Obesità : prevenirla prima dei sei anni !

La percentuale di  obesità  a  6  anni  attualmente  è di una frequenza  paragonabile  a  quella  delle  età  successive ( 25 % ), pertanto la prevenzione , per essere efficace deve essere fatta prima. 



I principali fattori di  rischio  sono  stati  identificati da  studi  scientifici.

Tra  i  fattori  familiari,  i più  importanti  sono  la presenza di obesità nei genitori e  lo stile di vita  familiare.






Tra i fattori  individuali, vi sono una non corretta alimentazione nei primi anni (ipercalorica, eccesso di proteine, grassi e zuccheri semplici) 



 ed un eccesso di attività sedentarie. Accertato è il ruolo preventivo dell’allattamento al seno.







Si  possono mettere  in  atto  10  semplici  azioni  preventive,  a  partire  dalla  nascita  ed  in  sequenza
definita, ciascuna convalidata da studi scientifici, per ridurre la prevalenza di obesità a 6 anni

                                                  
                                   ATLANTE FOTOGRAFICO DELLE PORZIONI CORRETTE
                                                  

                             Scarica il       PROGETTO : MI VOGLIO BENE




martedì 18 settembre 2012

La riforma Balduzzi più ombre che luci

 Segnalo un interessante articolo che spiega le pesanti criticità delle scelte cervellotiche del ministro Balduzzi.

Medici di Sanità in rete: ecco cosa succederà davvero con la Riforma

“Aumenterà le spese, non le ridurrà, aumenteranno i viaggi della speranza da parte dei cittadini che verosimilmente perderanno anche il loro medico di fiducia”.

 

dottore medicina salute stetoscopio.JPGRoma: “In risposta ai numerosi articoli pubblicati di recente sulle principali testate italiane, in cui il segretario di uno dei sindacati di MMG afferma con sicurezza che i medici di famiglia sono in grandissima maggioranza soddisfatti delle proposte contenute nel recente decreto Balduzzi ed in riferimento all'apertura degli studi di Medicina Generale 24 h al giorno per 7 giorni su 7, vorremmo
puntualizzare quanto segue – scrivono i Medici di Sanità in Rete - E' purtroppo ormai consuetudine della politica ricorrere per qualsiasi decisione allo strumento della decretazione misura sostanzialmente deputata a risolvere le questioni d 'urgenze questo governo di tecnici , non eletto dai cittadini e quindi inserito in una dinamica che appare poco democratica sembra non fare eccezione. Riteniamo infatti che in una materia così importante come la riorganizzazione del SSN ed in particolare del suo cardine, ovvero la medicina di famiglia sia necessaria una lunga e ponderata discussione in cui ognuna delle parti in causa già chiamata ad esprimersi . Le riforme dall'alto, mascherate come urgenza e inglobate in materia di spending review, non sono tollerabili in uno stato democratico, specie quando si ragiona della salute dei cittadini, principio sancito e tutelato dalla Costituzione. Dunque vi è già un clamoroso errore di parte in questo decreto, del quale oltre la non democraticità , si vede ben poco anche l'utilità.

L'impossibilità per qualsiasi essere umano di lavorare 24 ore su 24 rende obbligatorio come previsto dal decreto stesso, l 'aggregazione di numerosi medici, la quale associazione non solo appare impossibile in moltissime parti del nostro Paese, ma obbligherà i cittadini a veri e propri viaggi della speranza per raggiungere l'agognata struttura.

Ma quando i trafelati cittadini giungeranno all'interno dello studio medico si accorgeranno con disappunto di non trovare il loro medico di fiducia e questo potrà loro succedere in futuro numerose volte, con il risultato che :

il loro medico di fiducia in pratica non esisterà più.


Dunque la riforma mira sostanzialmente a modificare gravemente il rapporto fiduciario medico/paziente, trasformando l'antico e sempre amato medico della persona nel medico della struttura e il classico paziente nel proprio fascicolo elettronico.

La riforma non solo non ridurrà ma verosimilmente aumenterà le spese, sia per creare le strutture polifunzionali sia per pagare chi vi opera ( perché ad esempio Inattività notturna non può essere
ricompensata come quella diurna ); pertanto la riforma ad invarianza di spesa appare assai poco praticabile.

Non vi sarà inoltre alcuna riduzione degli accessi al PS, perché il paziente ansioso o chi sta veramente male continuerà ad andarci e perché il medico della struttura sarà in ogni caso obbligato ad inviare in Ospedale il paziente acuto, per difetto di procedure diagnostico-terapeutiche che solo in ambito ospedaliero possono avere la giusta dinamica.

Il risultato che il decreto vorrebbe perseguire ossia svuotare i PS attraverso L'apertura degli ambulatori h24 non solo non sarà raggiunto ma si rivelerà inutile e costoso, perché il paziente ha diritto di recarsi dove vuole, perché attraverso l'indiscriminato aumento dell'offerta, attraverso una logica da supermarket, il consumismo sanitario tenderà a far lievitare i costi e perché il decreto non tiene conto della specificità dei ruoli professionali, non potendo L'assistenza di Medicina Generale essere interscambiabile con attività di Pronto Soccorso di Emergenza di Continuità Assistenziale.

L'apertura h 24 servirà soltanto a coloro che ritengono per principio che tutto sia dovuto, i quali potranno recarsi in ogni momento e più volte al giorno, trovando sempre qualcuno del gruppone che li ascolta con inutili e dannosi intasamenti a scapito delle vere e proprie patologie.

Inoltre per le prestazioni di diagnostica nei mega studi serviranno soldi e competenze , perché non si può improvvisare una ecografia o un ECG se non si hanno il background e L'esperienza necessari;

occorrerà pertanto ricorrere a specialisti , che dovranno essere pagati per la loro opera e che ben difficilmente accetteranno la disponibilità anche notturna , dal momento che la diagnostica già esiste nei PS. Dove sperimentati, i grupponi sono falliti o hanno dato pessimi risultati come evidenziato su BJGP e piuttosto siamo tra gli ultimi in Europa nell'avere Dipartimenti di Medicina di Famiglia e nell'essere veri specialisti in medicina di famiglia con pari dignità professionale o sociale economica e contrattuale rispetto agli altri medici.

Dunque moltissime ombre e ben poche luci nel decreto Balduzzi., che viene difeso a spada tratta da alcuni sindacati e ci chiediamo riguardo al necessario finanziamento delle aggregazioni quale soggetto pubblico o (privato?) dorrà amministrare il budget assegnato. E con quali garanzie?
Saranno i sindacati a gestire tutto questo?
Ogni cittadino si troverà verosimilmente ad avere una specie di piccola dote per superare la quale il medico dorrà dimostrare L'effettiva necessità con perdita di tempo ed energie.

Cosa servirebbe dunque veramente? A nostro avviso i PS andrebbero potenziati e i MMG, che sono ancora oggi la figura nei confronti dei quali i cittadini italiani hanno la maggiore fiducia , andrebbero sostenuti ed incentivati non senza un'opera di educazione sanitaria nei confronti dei pazienti,ormai indispensabile per evitare accessi inutili in ambulatori ed ospedali e salvaguardare la salute di tutti.

La Guardia Medica non andrebbe soppressa, ma potenziata , con adeguata preparazione dei medici, perché uno dei rischi dell'aggregazione mono o polifunzionale, se gestita attraverso budget contrattati con singole Regioni o singole ASL, oltre a determinare una frammentazione infinita del nostro Sistema Sanitario potrebbe porre seri problemi di qualità dell'assistenza perché c'è il rischio che con il budget s paghino medici alle prime armi per gli sgraditi turni di notte , con conseguente disservizio.

Infine come esistono poi premi produzione per i dirigenti amministrativi bisognerebbe introdurre una sorta di premio per i medici che curano bene i loro pazienti , ovvero per quelli che meglio educano, meno ricoverano e più assistono i loro pazienti.

Questo e non il populismo del sempre disponibile sarebbe il meccanismo giusto per una vera rivoluzione della Medicina di base, premiare i migliori e non obbligare tutti ad una vita d'infamo in riunioni orgiastiche” concludono i Medici di Sanità in Rete.

domenica 16 settembre 2012

Decreto Balduzzi : cosa c'è dietro ?

   

Testa 

lo sport del momento del ‘chi spara la balla più grossa’ distrae ad arte dal vero processo in corso: la delegittimazione del SSN e il passaggio a forme di assistenza sanitaria privata e con le assicurazioni È un delitto aver cercato di far capire ai cittadini che ci sarà un ambulatorio aperto 24 ore”.

 Torluccio

il provvedimento è “fumoso e demagogico, privo di una idea chiara della direzione da dare al nostro Ssn ed inidoneo a produrre veri cambiamenti, col rischio che l’effetto finale sia addirittura peggiorativo della situazione esistente”.

Silvestro

“E gli infermieri? Senza di loro nessuna riforma delle cure primarie

 

La verità è che taglieranno le risorse destinate al SSN di OLTRE 7 MILIARDI DI EURO !



Cani e bambini



Sono molto addolorato dalla notizia che la bimba azzannata dal cane si è aggravata :

Secondo una prima ricostruzione la neonata si trovava con la madre sul lettone dei genitori, nell’abitazione di famiglia di Candeglia, una frazione sulle colline di Pistoia. Quando la donna si e’ alzata per chiudere una finestra il cane, un husky siberiano, e’ saltato addosso alla bimba azzannandola alla testa. La piccola e’ stata trasferita subito in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale del Ceppo di Pistoia, ma vista la gravita’ della situazione, dopo le prime cure i sanitari hanno deciso di trasferirla al Meyer, dove è stata sottoposta ad un intervento neurochirurgico.




CANI E BAMBINI: CONVIVENZA POSSIBILE?


Articolo della Dott.ssa Mentaschi 
 
 Riassumo i punti principali :

Secondo la maggior parte degli esperti, la presenza di un cane è molto utile per lo sviluppo dei bambini, per diversi motivi:



- Il bambino impara a essere responsabile di un altro essere vivente, ad occuparsi di lui e comprende l'esistenza di regole.
- Il bambino ha un compagno di giochi e di confidenze.
- Il cane e' una valvola di sfogo anche per gli eccessi sentimentali del bimbo, del suo bisogno di affetto.
- I due imparano a conoscere i reciproci limiti e a non oltrepassarli. Il bambino impara cosi' i comportamenti sociali.

 Pero' il cane può anche rappresentare un pericolo per il bambino, soprattutto se l'animale non viene gestito correttamente all'inizio di questa convivenza.
 

Queste ricerche indicano la necessita' assoluta di sorvegliare sempre il cane quando è presente un bambino piccolo.



Questo significa forse che i cani siano sempre dei potenziali assassini di neonati?

Sì e no.

SI, perché dobbiamo capire – una buona volta – che i cani sono CANI. Ovvero, ribadisco, carnivori predatori per i quali una preda viva è ancor più appetibile di una bistecca. Quindi è nostro DOVERE assoluto spiegare loro la differenza che passa tra un cucciolo umano e una preda.








NO, perché i cani sono esseri intelligentissimi, che questa spiegazione la capiscono facilmente e in modo definitivo: l’importante è che gli umani di casa si ricordino di dargliela, senza dare per scontato qualcosa che scontato assolutamente non è,  e cioè che il cane sappia cos’è un bambino.
Non lo sa! Non può saperlo e non ha alcun modo di capirlo da solo! 

Bisogna assolutamente insegnarglielo, spiegarglielo, informarlo (si chiama “socializzazione”, che è cosa diversa e successiva all’impregnazione). Dopodiché il bambino non correrà più il minimo rischio.




Se invece non si compie questo passaggio fondamentale, potrà succedere di tutto:  dal “tutto tranquillo”, con i cani che comunque approcciano in modo amichevole qualsiasi essere vivente (anche se non sanno di cosa si tratta), alla tragedia totale, col cane che attacca e magari uccide il bambino


giovedì 6 settembre 2012

Nozze con i fichi secchi

  Sanità: ecco in cosa consiste il medico di base 7 giorni su 7

06/09/2012 medico di baseSi parla in queste ore di nuove norme, che consentiranno di avere a disposizione i medici di base 7 giorni su 7, dopo l’approvazione, in Consiglio dei ministri, del nuovo Decreto sulla sanità. Il governo non intende costringere i medici di famiglia a lavorare senza sosta, ma piuttosto promuovere un nuovo tipo di struttura, basata sull’aggregazione tra professionisti diversi, ma senza che questi ultimi siano obbligati ad aderire.

 Tali professionisti sarebbero i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, gli addetti alla guardia medica, gli specialisti ambulatoriali. Le diverse figure si riuniranno in nuove forme organizzative, mirate a garantire l'attività assistenziale per l'intero arco della giornata e per tutti i giorni della settimana, nei quartieri e nei diversi centri, grazie alla compresenza, nella stessa struttura, di più medici.
http://www.intrage.it/attualita/2012/09/06/notizia18426.shtml

mi domando : chi paga i poliambulatori ?

che risorse intendono investire ?
perchè un cittadino dovrebbe andare in questa struttura invece che in pronto soccorso nelle ore in cui non c'è il suo medico ?

"Fare le nozze con i fichi secchi" di solito non porta a grandi risultati ...



Innanzitutto verranno introdotti, regione per regione, dei maxi-ambulatori aperti sette giorni su sette, 24 ore su 24, con medici di famiglia, pediatri, guardia medica e specialisti, dove i cittadini troveranno risposta rapida ai loro problemi di salute, senza essere costretti, specie la notte o nel weekend, ad aspettare al pronto soccorso. Nella versione definitiva del decreto sono state introdotte delle reti tra questi ambulatori, la cui gestione sarà in mano alle singole Regioni, e un più stretto rapporto di collaborazione e dialogo, anche in forma telematica, con gli ospedali. Non solo all'interno, ma anche alla guida dei futuri ambulatori potranno esserci dipendenti delle Asl.
http://www.intrage.it/attualita/2012/09/06/notizia18426.shtml


Rimando al un mio post precedente :

http://pediatracimino.blogspot.it/2012/08/addio-al-medico-di-famiglia.html
dove scrivevo :

La proposta più preoccupante è però quella che è stata spacciata, con grande clamore mediatico , come l'assistenza h24 7 giorni su sette.
Si tratterebbe di creare poliambulatori (con quali risorse ?) ove , a turno opererebbero 25-30 medici che così assisterebbero 20000 – 30000 pazienti.

In pratica la creazione di Pronto Soccorso di serie B o C , senza la possibilità di diagnostica o di consulenze, ai quali i cittadini dovrebbero rivolgersi per le "finte" urgenze , per alleggerire il carico dei Pronto Soccorso ospedalieri.





Il messaggio che viene trasmesso è che ogni piccolo o grande problema deve essere preso IMMEDIATAMENTE in carico da un medico, qualunque esso sia. Il piccolo problema nei futuri poliambulatori , quello percepito grave nei PS ospedalieri.

Gli appassionati dei PS , dopo un tentativo o due , tornerebbero a rivolgersi al Pronto Soccorso ospedaliero.
La continuità della cura sarebbe affidata al famigerato fascicolo elettronico, il messaggio è che un medico vale l'altro.

Forse il vero scopo è questo , scardinare quel che rimane del rapporto medico paziente, già molto compromesso, ma ancora presente e vitale.

I "tanto propagandati" poliambulatori h24 rimangono in sostanza "l'auspicio indefinito e confuso presente in tutti i contratti e le norme degli ultimi 15 anni", si vorrebbero creare grupponi dove forzosamente vengano collocati i medici, ancora una volta senza che ci sia la necessaria copertura economica, quindi si tratta di annunci populistici ma inattuabili, ma che rischiano di distruggere un Sistema dopotutto sano che ha necessità di rinnovarsi ma con il confronto ed il consenso degli operatori e non con “leggi speciali” .





lunedì 3 settembre 2012

FLUORO: Una supplementazione di dubbia utilità




La fluoroprofilassi è una pratica che non trova univoci consensi :

c'è chi la esalta e chi la contesta

perchè sia efficace sembra debba essere iniziata addirittura in gravidanza  cioè nella fase di formazione della struttura minerale dello smalto, a partire dal 4 mese, proseguendo poi la somministrazione alla madre che allatta e direttamente al bambino dal 6 mese di vita  fino ai 6 anni.

Una recente revisione della letteratura  ( Cochrane ) conclude che le prove di efficacia della fluoroprofilassi sono deboli

il dubbio rimane ...