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lunedì 28 maggio 2012

SOIA OGM ? la troveremo nel piatto !






La soia é in assoluto il prodotto transgenico più coltivato nel mondo, (87% della soia coltivata negli Stati Uniti e 60% a livello globale, nel 2005) ed è anche il cibo OGM che più facilmente rischiamo di trovarci nel piatto.
 

 È stata prodotta nel 1995 negli USA dalla multinazionale Monsanto ed è stata la prima pianta Roundup Ready cioè progettata per tollerare l’erbicida "Roundup" a base di glifosato, prodotto dalla stessa Monsanto .


La soia transgenica è stata dichiarata sicura per l’alimentazione, sia negli Stati Uniti che in Europa, sulla base dei risultati di analisi fornite dalla Monsanto, la quale ha definito la soia modificata geneticamente sostanzialmente equivalente alla soia non OGM. In realtà la composizione chimica della soia OGM è ovviamente diversa da quella delle varietà non-OGM perché, altrimenti, la linea transgenica non sarebbe resistente all'erbicida e non potrebbe essere brevettabile

Nessuna delle autorità preposte ai controlli negli USA ha analizzato e valutato gli effetti della soia transgenica trattata con il Roundup sulla salute degli animali e degli esseri umani prima di metterla in vendita

la Monsanto ha effettuato le analisi su soia OGM non trattata con l’erbicida Roundup, mentre i consumatori mangiano soia coltivata in campi irrorati con questo erbicida altamente tossico 


il 13 Ottobre '97 il Gruppo di lavoro sulla Biosicurezza dell'Assemblea delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, composto da sette scienziati, ha lanciato attraverso un comuni comunicato stampa un "Appello urgente a tutti i governi di revocare l'autorizzazione alla commercializzazione della soia RR della Monsanto". Nessun governo ha ascoltato questo appello e la soia OGM ha continuato a diffondersi in tutto il mondo.


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I consumatori, quando sono stati consultati sull'argomento, in Italia e in Europa, bocciano in maniera inequivocabile gli Ogm e la clonazione a fini alimentari, con percentuali vicine all'80 per cento.

 La domanda alimentare, soprattutto  nel nostro Paese,  è chiara e netta: cibo naturale, tipico, salubre, controllato, certificato e chiaramente etichettato, possibilmente a prezzi contenuti.

Gli Ogm tendono all'omologazione, mentre il "made in Italy" agroalimentare vince sui mercati stranieri proprio grazie alla diversificazione produttiva. In più anche dal punto di vista territoriale l'Ogm non conviene: nel nostro paese la proprietà agricola è molto frammentata, con una grandezza media di 7,9 ettari contro i 240 degli Stati Uniti (che producono da soli il 43% degli Ogm). Imporre in Italia la coltivazione di organismi geneticamente modificati significherebbe creare un sistema costoso e inutile, una doppia filiera che non è neppure conveniente economicamente. Inoltre, considerando morfologia e dimensioni delle aziende agricole, sarebbe molto difficile evitare "contaminazioni" delle colture...

Purtroppo il parere dei cittadini, come le recenti vicende  dimostrano, ha sempre meno importanza e decisioni che influenzano la vita di questa e di future generazioni sono prese
" a prescindere" della volontà popolare,  nell'interesse di grossi gruppi economici multinazionali che hanno una forza di convincimento evidentemente molto grande su "Commissioni" sovranazionali esenti da qualsiasi controllo democratico:

nel marzo scorso, il ministero francese dell’Agricoltura ha sospeso temporaneamente la coltura di un mais geneticamente modificato, MON 810 detto «YeldGard», prodotto dall’ americana Monsanto, come potenzialmente dannoso per l’ambiente e gli animali che se ne nutrono.

Dopo qualche settimana, l’EFSA ( European Food Safety Authority ,
una delle tante «Authorities» create dall’eurocrazia, e di cui non si comprende l’utilità  fino al giorno in cui si scopre a quale lobby servono ) ingiunge a Parigi di levare il bando al MON 810.

Quindi questo ente – non eletto, non votato, perfino ignoto al pubblico – ha più potere sovrano di uno Stato dell’Unione, perchè può imporre alla Francia di coltivare sementi che non vuole; si apprende che un Paese deve sempre chiedere umilmente alla EFSA il permesso di sospendere una coltivazione OGM, e il rigetto dell’EFSA è cogente per gli Stati. Se ne deduce che il rifiuto opposto alla Francia vale anche per gli altri Stati:

coltivate Monsanto, mangiate OGM.












Una soffiata di Wikileaks del 2007 ha rivelato che già da anni l’ambasciatore americano a Parigi Craig Stapleton (amico e socio d’affari con l’ex presidente George Bush) inviava a Washington messaggi in cui raccomandava una serie di rappresaglie commerciali contro i Paesi UE poco convinti della bontà delle sementi Monsanto



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