La soia é in assoluto il prodotto transgenico più coltivato nel mondo, (87% della soia coltivata negli Stati Uniti e 60% a livello globale, nel 2005) ed è anche il cibo OGM che più facilmente rischiamo di trovarci nel piatto.
È stata prodotta nel 1995 negli USA dalla multinazionale Monsanto ed è stata la prima pianta Roundup Ready cioè progettata per tollerare l’erbicida "Roundup" a base di glifosato, prodotto dalla stessa Monsanto .
La
soia transgenica è stata
dichiarata sicura per
l’alimentazione, sia negli Stati Uniti che
in Europa, sulla base dei risultati di
analisi fornite dalla Monsanto, la quale
ha definito la soia modificata
geneticamente sostanzialmente equivalente
alla soia non OGM. In realtà la
composizione chimica della soia OGM è
ovviamente diversa da quella delle
varietà non-OGM perché,
altrimenti, la linea transgenica
non sarebbe resistente
all'erbicida e non potrebbe essere
brevettabile
Nessuna delle autorità preposte
ai controlli negli USA ha
analizzato e valutato gli effetti
della soia transgenica trattata
con il Roundup sulla salute degli
animali e degli esseri umani
prima di metterla in vendita
la Monsanto ha effettuato le
analisi su soia OGM non trattata
con l’erbicida Roundup, mentre i
consumatori mangiano soia
coltivata in campi irrorati con questo
erbicida altamente tossico
il 13 Ottobre '97 il Gruppo di lavoro sulla Biosicurezza dell'Assemblea delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, composto da sette scienziati, ha lanciato attraverso un comuni comunicato stampa un "Appello urgente a tutti i governi di revocare l'autorizzazione alla commercializzazione della soia RR della Monsanto". Nessun governo ha ascoltato questo appello e la soia OGM ha continuato a diffondersi in tutto il mondo.
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I consumatori, quando sono stati consultati sull'argomento, in Italia e in Europa, bocciano in maniera inequivocabile gli Ogm e la clonazione a fini alimentari, con percentuali vicine all'80 per cento.
La domanda
alimentare, soprattutto nel nostro Paese, è chiara e netta: cibo
naturale, tipico, salubre, controllato, certificato e chiaramente
etichettato, possibilmente a prezzi contenuti.
Gli Ogm tendono all'omologazione, mentre il "made in Italy"
agroalimentare vince sui mercati stranieri proprio grazie alla
diversificazione produttiva. In più anche dal punto di vista
territoriale l'Ogm non conviene: nel nostro paese la proprietà agricola è
molto frammentata, con una grandezza media di 7,9 ettari contro i 240
degli Stati Uniti (che producono da soli il 43% degli Ogm). Imporre in
Italia la coltivazione di organismi geneticamente modificati
significherebbe creare un sistema costoso e inutile, una doppia filiera
che non è neppure conveniente economicamente. Inoltre, considerando
morfologia e dimensioni delle aziende agricole, sarebbe molto difficile
evitare "contaminazioni" delle colture...
Purtroppo il parere dei cittadini, come le recenti vicende dimostrano, ha sempre meno importanza e decisioni che influenzano la vita di questa e di future generazioni sono prese
" a prescindere" della volontà popolare, nell'interesse di grossi gruppi economici multinazionali che hanno una forza di convincimento evidentemente molto grande su "Commissioni" sovranazionali esenti da qualsiasi controllo democratico:
nel
marzo scorso, il ministero francese dell’Agricoltura ha sospeso
temporaneamente la coltura di un mais geneticamente modificato, MON 810
detto «YeldGard», prodotto dall’ americana Monsanto, come
potenzialmente dannoso per l’ambiente e gli animali che se ne nutrono.
Dopo qualche settimana, l’EFSA ( European Food Safety
Authority , una delle tante
«Authorities» create dall’eurocrazia, e di cui non si
comprende l’utilità fino al giorno in cui si
scopre a quale lobby servono ) ingiunge a Parigi di levare il bando al MON 810.
Quindi questo ente – non eletto, non votato, perfino
ignoto al pubblico – ha più potere sovrano di uno Stato dell’Unione,
perchè può imporre alla Francia di coltivare sementi che non vuole; si
apprende che un Paese deve sempre chiedere umilmente alla EFSA il
permesso di sospendere una coltivazione OGM, e il rigetto dell’EFSA è
cogente per gli Stati. Se ne deduce che il rifiuto opposto alla Francia
vale anche per gli altri Stati:
coltivate Monsanto, mangiate OGM.
Una
soffiata di Wikileaks del 2007 ha rivelato che già da anni
l’ambasciatore americano a Parigi Craig Stapleton (amico e socio
d’affari con l’ex presidente George Bush) inviava a Washington messaggi
in cui raccomandava una serie di rappresaglie commerciali contro i Paesi
UE poco convinti della bontà delle sementi Monsanto