Ogni giorno, pure e soprattutto a
Ferragosto, il governo si diverte ad inventare nuove complicazioni
burocratiche.
Da oggi infatti, dopo la pubblicazione
della norma sulla Gazzetta Ufficiale, i medici saranno obbligati a
prescrivere il principio attivo dei medicinali al posto del loro nome
commerciale.
Secondo il provvedimento della spending review 1, dunque, sulla prescrizione del Servizio sanitario nazionale (Ssn) non sarà più possibile indicare un farmaco preciso, ma si dovrà scrivere il nome della sostanza-base. Il farmacista dovrà consegnare al paziente il farmaco generico, quello dal costo più basso, ma l'utente sarà libero di chiedere una marca specifica, pagando il costo aggiuntivo.
Secondo il provvedimento della spending review 1, dunque, sulla prescrizione del Servizio sanitario nazionale (Ssn) non sarà più possibile indicare un farmaco preciso, ma si dovrà scrivere il nome della sostanza-base. Il farmacista dovrà consegnare al paziente il farmaco generico, quello dal costo più basso, ma l'utente sarà libero di chiedere una marca specifica, pagando il costo aggiuntivo.
Che il farmaco generico sia del tutto
sovrapponibile a quello di marca non è sempre vero, soprattutto in
pediatria, ove è particolarmente importante tenere conto anche della
palatabilità del prodotto, data da ingredienti secondari che
conferiscono un determinato sapore alla medicina.
Come dovranno essere prescritti farmaci
contenenti molti principi attivi, rimane per il momento un mistero.
Il risparmio per le casse pubbliche
comunque non c'è, perchè già adesso il farmacista era tenuto a
proporre in caso di prescrizione del farmaco griffato, il generico e
la differenza di prezzo rimaneva a carico del cittadino.
Evidentemente i software degli studi
medici non sono pronti a tale novità e sarà necessario provvedere a
fare le ricette “ a mano” o a “correggere” quelle stampate,
infrangendo una normativa, che puntava addirittura ad “eliminare il
cartaceo”, con la ricettazione elettronica.
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