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venerdì 24 ottobre 2014

Cani e Gatti fanno venire l'asma ? sembra vero il contrario !


Nel mese di Marzo 2012 avevo già parlato della solo apparentemente assurda relazione tra un "eccesso di igiene" ed una maggior incidenza di malattie allergiche: 



Recentemente sono comparsi altri studi che avvalorano l'ipotesi che evitare che il sistema immunitario del bambino piccolo si trovi a contatto con allergeni, non giovi affatto alla sua salute, anzi sembra vero il contrario !



Al recente congresso della European Respiratory Society (ERS), tenutosi in Monaco di Baviera, dal
7 al 10 settembre u.s. alcuni ricercatori hanno comunicato i risultati di una loro indagine in cui si indagava sull'esposizione di bambini, residenti in ambiente urbano, nei confronti di animali domestici con pelliccia durante i primi tre mesi di vita. 

L'analisi statistica mostrava significatività inversa tra respiro sibilante e abitudine a dormire
vicino agli animali con pelliccia (95% CI): 0,75 (0,60-0,94). I bambini che avevano dormito in
camere dove erano presenti animali con pelliccia mostravano il 79% in meno di probabilità
sviluppare l'asma, all'età di 6 anni, rispetto ai bambini di controllo, che non erano stati esposti agli
animali. Dall'età di 10, il rischio di sviluppare l'asma era sceso ulteriormente al 41%.



domenica 12 ottobre 2014

EBOLA

Malattia da virus Ebola è una malattia grave e spesso fatale per l’uomo.
Trasmissione
L’introduzione del virus Ebola in comunità umane avviene attraverso il contatto con sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei di animali infetti. In Africa è stata documentata l’infezione a seguito di contatto con scimpanzé, gorilla, pipistrelli della frutta (Pteropodidae), scimmie, antilopi e porcospini trovati malati o morti nella foresta pluviale (Fonte Oms).

La trasmissione avviene per contatto interumano diretto con organi, sangue e altri fluidi biologici (es saliva, urina, vomito) di soggetti infetti (vivi o morti) e indiretto con ambienti contaminati da tali fluidi. La trasmissione per via sessuale può verificarsi fino a 7 settimane dopo la guarigione a causa della prolungata permanenza del virus nello sperma.

Il contagio è più frequente tra familiari e conviventi, per l’elevata probabilità di contatti. In Africa, dove si sono verificate le epidemie più gravi, le cerimonie di sepoltura e il diretto contatto con il cadavere dei defunti hanno probabilmente avuto un ruolo non trascurabile nella diffusione della malattia.

È documentata la trasmissione nosocomiale per contatto diretto tra personale sanitario e pazienti affetti da Evd.


Sintomi della malattia e decorso clinico
L’infezione ha un decorso acuto e non è descritto lo stato di portatore. I soggetti affetti da Evd sono contagiosi fino a quando il virus è presente nel sangue e nelle secrezioni biologiche.
E’ documentata la persistenza di ebolavirus nel liquido spermatico fino a 61 giorni dopo l’esordio clinico di Evd (Fonte Oms).

L’incubazione può andare da 2 a 21 giorni, a cui fa seguito generalmente un esordio acuto caratterizzato da febbre, astenia, mialgie, artralgie e cefalea. Con il progredire della patologia possono comparire astenia profonda, anoressia, diarrea (acquosa talvolta con presenza di muco e sangue), nausea e vomito. Questa prima fase prodromica può durare fino a 10 giorni.

La malattia evolve con la comparsa di segni e sintomi ascrivibili a danni in diversi organi e apparati. Oltre a segni di prostrazione, possono essere presenti segni e sintomi di alterazioni nella funzione epatica e renale, respiratoria, gastrointestinale, del sistema nervoso centrale (cefalea, confusione), vascolare (iniezione congiuntivale/faringea), cutaneo (esantema maculo papuloso).

I fenomeni emorragici, sia cutanei che viscerali, compaiono in oltre la metà dei pazienti affetti da Evd, in genere dopo una settimana dall’esordio.
 Si può trattare di sanguinamenti a carico del tratto gastrointestinale (ematemesi e melena), petecchie, epistassi, ematuria, emorragie sottocongiuntivali e gengivali, meno-metrorragie. Alcuni pazienti presentano emorragie estese e coagulazione intravasale disseminata (Cid). Nella fase terminale della Evd il quadro clinico è caratterizzato da tachipnea, anuria, shock ipovolemico, sindrome da insufficienza multi-organo.

La letalità, a seconda della specie di ebolavirus, varia dal 25% al 90%.


Diagnosi
La diagnosi clinica è difficile nei primissimi giorni, a causa dell’aspecificità dei sintomi iniziali. 

Trattamento
Al momento non vi sono medicinali autorizzati all’uso umano per trattare o prevenire Evd.
Negli ultimi dieci anni ricerche condotte in laboratorio e su modelli animali hanno dato risultati promettenti. Tuttavia le molecole studiate non sono state ancora valutate per la sicurezza e l'efficacia nel trattamento o nella prevenzione di Evd nell’uomo.

Prevenzione
Non è possibile intervenire sul serbatoio naturale della malattia che non è stato identificato con certezza. La prevenzione si affida, quindi, al rispetto delle misure igienico sanitarie, alla capacità di una diagnosi clinica e di laboratorio precoci e all’isolamento dei pazienti.

Per il personale sanitario è fondamentale evitare il contatto con il sangue e le secrezioni corporee dei soggetti affetti da Evd attraverso la corretta applicazione delle misure di controllo delle infezioni e di l’uso di misure di barriera/ Dispositivi di Protezione Individuale (Dpi).

I virus dell' Ebola possono sopravvivere in liquidi o in materiale secco per diversi giorni. Sono inattivati da irradiazione gamma, riscaldamento a 60°C per 60 minuti o bollitura per 5 minuti. Sono sensibili all’ipoclorito di sodio ed altri disinfettanti. Al contrario, il congelamento e la refrigerazione non sono in grado di inattivarli.
  

QUAL È LA PROBABILITÀ CHE EBOLA ARRIVI IN ITALIA?
Il rischio che un malato di Ebola raggiunga l’Italia è di circa il 5-10%.

L’Italia non è ai primi posti come rischio ma è nella lista dei primi 20 paesi. In Francia, Inghilterra, Belgio, che hanno collegamenti aerei diretti con i paesi africani dove è in corso l’epidemia, il rischio è più alto, nell’ordine del 20%.

Tali previsioni sono valide fino a fine ottobre. Se la situazione in Africa non migliora nelle prossime settimane, le probabilità che un paziente arrivi in Italia potrebbero aumentare.

BLOCCARE I VOLI DALL’AFRICA PUÒ SERVIRE?
Gli esperti non sono d’accordo. Bloccare i voli serve a soltanto a ritardare l’eventuale importazione dell’epidemia, ma ha l’effetto di creare problemi per portare volontari, aiuti e infrastrutture in Africa, dove l’emergenza è altissima e dove la necessità di interventi è imprescindibile per evitare che Ebola diventi un'epidemia mondiale.
mi sembra che questa affermazione sia un poco assurda.
Volontari, aiuti ed infrastrutture, possono essere trasportati lo stesso !
IL VIRUS PUÒ ARRIVARE SUI BARCONI DEI PROFUGHI?
Improbabile. Chi arriva nel nostro Paese via mare affronta un viaggio lungo, durante il quale se la malattia c’è dovrebbe manifestarsi. «Inoltre tutti coloro che arrivano vengono visitati, e poi stanno nei centri» ha spiegato il ministro della Salute Lorenzin.
anche questa affermazione del ministro, fatta per tranquillizzare, mi sembra un poco superficiale.
Nel lungo viaggio di avvicinamento verso l'imbarco clandestino, il contagiato sarà magari morto, e MOLTI ALTRI potranno essere stati a contatto con lui, incubare il virus e manifestarlo più tardi !


COME SI PUÒ PRENDERE EBOLA?
Il virus si trasmette molto rapidamente. Per prendere il virus Ebola occorre entrare in contatto diretto con i fluidi corporei di una persona che visibilmente infetta. I fluidi corporei che contengono il virus sono muco, sangue, lacrime, saliva, vomito e feci.

Se uno di questi fluidi tocca le membrane mucose o le ferite aperte  (bocca, naso, occhi, vagina) di una persona sana avviene il contagio.

Anche solo toccare i fluidi corporei di un malato è pericoloso. Leggi qui tutti i casi in cui può avvenire il contagio

SI PUÒ PRENDERE ANCHE DA UNA PERSONA CHE SEMBRA PERFETTAMENTE SANA?
No, si tratta di una leggenda metropolitana. Ebola si può prendere solo da persone che hanno già i sintomi della malattia: prima il virus non è presente nei fluidi perché non ha ancora colonizzato l’organismo. 

Ebola ha un incubazione che può arrivare fino a 21 giorni tra il momento del contagio e quello in cui i sintomi diventano visibili (in genere è molto inferiore). I normali contatti sociali, come stare vicini e persino darsi la mano, non sono occasioni di trasmissione del virus.

QUALI SONO I SINTOMI DI EBOLA?
I sintomi più ricorrenti sono l’insorgenza molto rapida di febbre, mal di testa, senso di debolezza, dolori alle ossa e ai muscoli. Con il progredire della malattia compaiono diarrea (talvolta con presenza di sangue), vomito, perdita di appetito e mal di stomaco. Questa prima fase può durare fino a 10 giorni.

La malattia poi evolve in maniera devastante assumendo le caratteristiche tipiche di una febbre emorragica: sfoghi cutanei sul viso, sul collo, sul torso e sulle braccia, la pelle spesso inizia a sfaldarsi;  occhi arrossati; • ematomi ed emorragie cutanee in alcuni casi; sanguinamento dagli occhi, dalle orecchie, dal naso, dalla bocca, dalle mucose e dal retto in rari casi.

QUALI PROCEDURE VERREBBERO ADOTTATE SE ARRIVASSE UN CASO DI EBOLA?
Riconoscere un malato di Ebola e diagnosticare l’infezione nei primissimi giorni non è facile perché i sintomi possono essere facilmente confusi.


Unità di isolamento per malattie altamente infettive in un ospedale britannico. I pazienti colpiti da Ebola vengono curati, in Europa, in luoghi come questi. | CAMERA PRESS/SAM PEARCE/CONTRASTO
Per questo motivo il ministero della Salute ha emesso unacircolare, il 1 ottobre, per stabilire come gestire negli ospedali i casi di febbre alta (superiore a 38,6 °C) o con storia di febbre nelle ultime 24 ore e che abbia visitato un paese a rischio o sia venuto in contatto con un malato di Ebola negli ultimi 21 giorni.

Il paziente verrebbe posto in isolamento e dotato di mascherina e gel per l'igiene delle mani. Poi verrebbe trasferito con le necessarie misure precauzionali (uso di mascherine, telo impermeabile sul lettino e  decontaminazione successiva dell'ambulanza) presso il reparto dimalattie infettive di riferimento.

ESISTONO ESAMI DI LABORATORIO PER DIAGNOSTICARE EBOLA?
Gli esami di laboratorio per la conferma di un’infezione da virus Ebola sono pochi e disponibili solo in strutture specializzate come l’ospedale Sacco di Milano o lo Spallanzani di Roma.

È POSSIBILE CHE SI VERIFICHI UN CASO DI CONTAGIO COME QUELLO DELLA INFERMIERA SPAGNOLA?
L’infermiera Romero ha contratto il virus mentre assisteva due malati di Ebola trasportati a Madrid dalla Liberia ed entrambi morti a causa della malattia.

Secondo la ricostruzione più attendibile, Romero sarebbe entrata nella stanza di uno dei missionari in due occasioni: una per cambiargli l’assorbente e le lenzuola del letto, un’altra per pulire la stanza dopo la sua morte. L’infermiera ha detto di non potere escludere di essersi toccata il viso con uno dei guanti usati nella stanza, mentre si stava togliendo la tuta protettiva.

Incidenti di questo tipo possono accadere ma sono sempre causati da errori o distrazioni. Il protocollo italiano prevede che ci si avvicini a un malato di Ebola indossando camice impermeabile, doppi guanti impermeabili, mascherina, occhiali protettivi o maschera facciale, copertura impermeabile per le gambe e per le scarpe e copricapo. I guanti vanno cambiati quando presentano o si sospettano danneggiamenti o rotture. E le mani vanno sempre igienizzate prima di indossare un nuovo paio di guanti.

EBOLA SI TRASMETTE PER VIA AEREA?
No e le possibilità che il virus muti le modalità di trasmissione diventando a trasmissione aerea sono ridottissime. Leggi perché l'ipotesi che Ebola diventi a trasmissione aerea è inverosimile.

Cosa fare per prevenire


Da quanto detto, è ovvio che non esista un trattamento diretto e specifico di Ebola, ma poiché Ebola si comporta e si comporterà con tutta probabilità come qualsiasi altro virus, una corretta impostazione alimentare, il controllo dell'infiammazione e una integrazione di Selenio, di Zinco, di Rame e di Manganese, affiancati ai più tradizionali apporti di Vitamina C, rappresenta la difesa più potente e più a buon mercato da qualsiasi infezione virale.

Tra poco probabilmente si riaprirà la spinta alla vaccinazione antinfluenzale sull'onda emotiva della paura di Ebola.

Una dieta corretta, eventualmente l'uso di integratori di minerali ed oligoelementi
e un po' di Vitamina C in aggiunta (da 500 a 1000 mg al dì) sono gli strumenti utili per prevenire le infezioni influenzali e le sindromi invernali da raffreddamento.

Sono gli stessi integratori che possono migliorare le difese immunitarie nei confronti di qualsiasi virus.