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venerdì 31 maggio 2013

I legumi una ottima fonte proteica a basso costo






Freschi o secchi, i legumi sono fondamentali per la corretta alimentazione del bambino. Sono, infatti, un’importante fonte di energia e di proteine: i legumi secchi ne contengono una quantità pari o superiore a quella contenuta nella carne.


Le proteine presenti nei legumi apportano aminoacidi essenziali (come lisina, treonina, valina e triptofano), indispensabili per lo sviluppo del bambino. I legumi, inoltre, sono poveri di grassi e ricchi di fibre, potassio, fosforo, calcio, ferro e vitamine del gruppo B (B1, B2 e niacina). Grazie a queste importanti sostanze nutritive in essi contenuti, i legumi assumono un ruolo importante nel processo di svezzamento del bambino.


Per i legumi, come per gli altri alimenti, sarà il pediatra ad indicare il momento giusto per inserirli nella dieta del bambino.

In linea di massima, però, si possono introdurre i legumi a partire, all’incirca, verso i 7 mesi di età con i fagiolini. A 9-10 mesi si può procedere con le lenticchie, i piselli e i ceci mentre intorno ad un anno si può provare con i fagioli. I legumi, cotti, privati della buccia e passati, possono essere aggiunti, nella dose di circa due cucchiai, alla pastina, al riso o al semolino mentre è preferibile non associarli, al formaggio o alla carne. E’ possibile aggiungere alla minestrina un filo d’olio d’oliva.

I legumi, se piacciono, possono essere dati al bambino più volte alla settimana stando attenti a non esagerare con le quantità. E’ noto, infatti, che consumare elevate quantità di legumi possa provocare fastidi come flatulenza e disturbi digestivi. Questo è causato dalla presenza nei legumi stessi di alcuni carboidrati (raffinosio, stachiosio e verbascosio) che non vengono eliminati con la cottura e che non sono digeribili, in quanto nel nostro intestino mancano gli appositi enzimi. Nei bambini piccoli la cellulosa presente nella buccia esterna dei legumi può provocare, durante il periodo dello svezzamento,meteorismo e diarrea. Per questo e per favorire una migliore digeribilità, si consiglia di somministrare ai bambini i legumi privi di buccia (passarli nel passaverdure).

I legumi, quindi, sono dei validi alleati per la crescita e il corretto sviluppo dei bambini ed è importante non farli mai mancare nella loro dieta.

I Legumi

I legumi sono i semi di piante appartenenti alla specie botanica delle Leguminose. Alimenti molto calorici, sono ricchi di amido (ad eccezione della soia che ne contiene una modesta quantità), proteine di buon valore biologico, sali minerali (potassio, zolfo, fosforo, magnesio, calcio, ferro), una quantità discreta di vitamina Bi e C.

La quota di sostanze grasse non è elevata, fatta eccezione per la soia che contiene circa il 15-20% di lipidi (acidi grassi o insaturi) e circa il 2,5% di lecitina.
Le proteine dei legumi sono carenti di aminoacidi solforati (metionina e cistina, a volte triptofano), mentre abbondano in lisina, aminoacido carente nei cereali.

I legumi combinati con i cereali (1:3) danno una resa proteica di buona qualità biologica che può rappresen­tare un'alternativa molto economica e salutare al consumo di proteine animali.

In Italia il consumo di legumi secchi è andato negli ultimi 100 anni progressivamente diminuendo a favore di altri alimenti il cui consumo è invece fortemente aumentato (formaggio, carne, salumi, burro, zuccheri ecc.), si è infatti passati da 13,5 kg pro-capite annui del 1870 ai 4 kg pro-capite annui del 1975.

Cottura
I legumi contengono sostanze non digeribili che vengono elimi­nate parzialmente con l'acqua dell'ammollo e si neutralizzano con la cottura (saponine, glicosidi, alcaloidi, sostanze antitripsiche ecc.). Il contenuto di alcune sostanze (vitamina C, ferro ecc.) aumenta durante l 'ammollo che deve durare almeno 8 ore.

Dopo l'ammollo i legumi vanno scolati e sciacquati. La cottura di questi alimenti deve essere fatta in acqua non dure o calcaree per evitare la formazione di composti insolubili tra proteine e sali di calcio che resterebbero nell'acqua. Si sconsiglia l'uso di bicarbonato di sodio che, se da una parte neutralizza i sali e facilita la cottura, dall'altra danneggia il contenuto vitaminico. 


La cottura dei legumi è migliorata dall'uso di erbe aromatiche (salvia, santoreggia, alloro, rosmarino, timo ecc.) e di alghe.

Trasformazioni dei legumi in cottura
In fase di cottura si ha l'intenerimento della cellulosa, la trasfor­mazione degli amidi in destrine, la gelatinizzazione delle pro­teine, la solubilizzazione dei sali minerali e di alcune vitamine.

I legumi nell'alimentazione del bambino


Lenticchie
Sono molto nutrienti, ricche di proteine, amido, ferro (la quan­tità maggiore insieme ai fagioli), calcio, potassio, fosforo, ma­gnesio, scarso il contenuto di iodio. Tra gli oligoelementi sono presenti zinco, manganese, rame e altri a seconda della compo­sizione del terreno in cui vengono coltivate. Contengono eleva­te quantità di acidi grassi poiinsaturi e una buona percentuale di vitamine A, Bi, C, fibra alimentare. Le lenticchie sono i legumi più digeribili, ben tollerati dai lattanti in fase di svezzamento, si inseriscono nella dieta a partire dal 5°  mese, prima nel solo brodo vegetale, poi passate nella crema di cereale e infine intere verso il secondo anno di età. Hanno proprietà antianemiche, anticolesterolemiche e mineralizzanti.



Fagioli
Le proprietà nutritive dei fagioli sono simili a quelle delle lenticchie.
Le varietà di fagioli che possono entrare nell'alimentazione del bambino sono le seguenti:
- borlotti, dell'occhio, cannellini, neri, gialli di Chioggia, bruni, di Spagna ecc.
Fino al 2 ° anno di età si consiglia di passarli al setaccio. Hanno proprietà antianemiche e ipoglicemizzanti.


Ceci
Legume molto nutriente ed energetico, ha proprietà diuretiche, vermifughe, ricostituenti e antianemiche.


Piselli
Molto energetici e ricchi di fibra e sali minerali, i piselli sono antiastenici, antianemici, stimolanti intestinali, mineralizzanti.
Come la maggior parte dei legumi svolgono un'azione preven­tiva nei confronti delle malattie cardiocircolatorie, dell'arterio­sclerosi, del diabete, riducono il tasso di trigliceridi nel sangue.


Soia
È il legume che contiene la maggior percentuale di sostanze proteiche (35-40, circa il doppio della carne) e di sostanze lipi­diche di notevole valore nutrizionale (circa il 18%, prevalente­mente acidi grassi insaturi e poiinsaturi a spiccata azione anti­colesterolo e protettiva delle membrane cellulari). Il contenuto in glicidi (amido e altri carboidrati) è scarso (la soia è un ottimo alimento per diabetici). La fibra alimentare della soia svolge un benefico effetto sul metabolismo dei grassi e degli zuccheri.




Alghe
Sono considerati come "legumi di mare", milioni di persone le consumano per completare la loro dieta (giapponesi, cinesi, hawaiani, islandesi ecc.). Contengono iodio, ferro, calcio, fosfo­ro, magnesio, potassio, cobalto, zinco, oro, rame, silicio e nume­rose altre sostanze minerali, vitamina A, complesso B, C, D, E, F, K, PP, clorofilla, aminoacidi essenziali e non in buona quan­tità. Ricche di fibra vegetale hanno proprietà emollienti e toni­che. Sono rimineralizzanti, antianemiche, antistaminiche, pre­vengono i disturbi circolatori, la cellulite, l'arteriosclerosi e l'ipertensione, favoriscono il ricambio e l'attività ghiandolare.
Per le loro proprietà chelanti (alginati) sono utilissime per favo­rire l'eliminazione dei metalli pesanti e delle scorie radioattive dall'organismo.



Si possono aggiungere come verdure alle minestre, zuppe, minestroni (alga wakamè, kombu).



Le alghe del tipo hiziki e aramè si prestano per preparazioni diverse come salse per condire la pasta e il riso, per le insalate; 



le alghe nori si possono sbriciolare sulle pietanze o usare per fare involtini di cereali.


Queste informazioni sono state tratte da alcuni siti web e dal libro
"SVEZZAMENTO NATURALE" di Giulia Fulghesu edizioni CLESAV Città Studi

Lombardia. Addio alla carta regionale dei servizi. E' costata un miliardo e mezzo in dieci anni




A partire da settembre, anche in Lombardia la Carta regionale dei servizi verrà sostituita con la Carta nazionale dei servizi.

la tessera regionale è costata ben 1,5 miliardi di euro, e soltanto 200mila persone l’hanno utilizzata per i servizi correlati (prenotare visite, firmare documenti, presentare pratiche, evitare code, scegliere il medico di base, accedere ai finanziamenti per la disoccupazione), su 9,5 milioni di lombardi che l’hanno ricevuta.

Lombardia informatica (controllata dalla Regione, che ogni anno ha ricevuto oltre 200 milioni di euro per la gestione e manutenzione di tutta la rete, più il canone annuale per ogni carta attivata, e 8 euro per ciascuna non consegnata “per motivi a essa non imputabili”) ha precisato che “tutto continuerà come prima”

“La Crs è stato un progetto costoso e ambizioso e ora non sappiamo che fine farà. Con buona pace del contribuente”

 


 

 

 

 

 

 

martedì 28 maggio 2013

Ossiuri e prurito anale

Si tratta della più comune parassitosi intestinale dell’uomo
(interessa il 10% dei bambini).

Gli ossiuri sono piccoli vermi con aspetto di piccoli filamenti bianchi, lunghi circa 1 cm, sottili, mobili (se non si muovono sono più probabilmente frammenti di carta igienica o di filo) che vivono esclusivamente nell'intestino umano.

Di notte migra e raggiunge l'ano nelle cui pliche deposita le uova.Questa azione è la causa dell'intenso prurito anale che si riscontra negli individui parassitari. Nelle femminucce,per questioni di contiguità può deporre le uova nella vulva e causare vulviti,vulvovaginiti.

Si differenziano i due sessi, maschile e femminile , il maschio è più piccolo, la femmina è grande più del doppio, ha due uteri dove si raccolgono le uove in numero molto elevato .

 

Il bambino, ma anche l’uomo adulto, si infesta ingerendo le microscopiche uova del verme. Queste uova, dopo essersi dischiuse nell’intestino, danno origine in circa 1 mese al verme adulto.





Il sintomo più tipico è il prurito a livello anale.
Il bimbo si gratta spesso il culetto ed il prurito si fa di solito più intenso quando il bimbo si corica nel letto la sera.

Il genitore può allora intravedere, aprendo leggermente l’orifizio anale con 2 dita, qualche vermicello che risale velocemente verso l’interno: se si guarda con attenzione non ci si può sbagliare ma bisogna essere rapidi e, un poco "fortunati".
Nelle bambine si possono trovare anche nella zona vulvare, tra le piccole e grandi labbra.

Il fastidio per il prurito si può accompagnare inoltre a irrequietezza e irritabilità: il bimbo appare “diverso” da come era tempo prima e il genitore può non spiegarsi questo cambiamento...

Le ricadute, anche in caso di provvedimenti idonei a prevenirle , sono molto frequenti, sia per la difficoltà di una sterilizzazione ambientale completa, sia per la facilità con cui si può contrarre nuovamente l’infestazione, data la sua ubiquità.

N.B. La presenza degli ossiuri non indica condizioni igieniche scadenti nella famiglia

La cura è semplice ma non è detto che si riesca ad eliminare gli ossiuri in maniera definitiva.
• Esistono farmaci che vanno somministrati in dose unica e ripetuti dopo 2 settimane. Sono tuttavia controindicati nel bimbo sotto l’anno di età.

La cura però non è sufficiente da sola.

• E’ importante infatti impedire l’autoreinfestazione spazzolando con acqua e sapone le manine del bimbo (durante il grattamento alcune uova potrebbero essersi attaccate sotto le unghie)


e cambiando la biancheria intima, le lenzuola e gli asciugamani.

Come detto le uova possono sopravvivere negli oggetti: in caso di recidive frequenti può essere necessario lavare i giocattoli o sostituire temporaneamente quelli che il bimbo usa più spesso con altri, nell’attesa che le uova muoiano.

• Spesso altri familiari possono essere colpiti dagli ossiuri: nel dubbio si può effettuare lo scotch test o, se il medico lo ritiene opportuno, procedere direttamente alla somministrazione del farmaco a tutti i conviventi. Il farmaco è controindicato in caso di gravidanza per cui le donne in età fertile è bene attendano le mestruazioni prima di assumerlo.

• Altre misure, come abituare il bambino a lavarsi regolarmente le manine e non metterle in bocca, sono naturalmente utili per sè e per gli altri.

Prevenzione delle recidive
  • La biancheria intima e del letto deve essere rimossa e lavata in lavatrice (a 60°C)
  • L’uso degli asciugamani deve essere strettamente personale fino alla seconda somministrazione del farmaco.
  • Lavare frequentemente le mani e tagliare le unghie corte, per limitare l’accumulo sotto di esse delle uova in corso di grattamento
Alcuni bambini sono comunque lo stesso soggetti a frequenti recidive.
In questi casi la ricerca di un rimedio omeopatico costituzionale può ridurre o risolvere il problema.

sabato 25 maggio 2013

Perchè è necessario ripensare il modo di trattare l'allergia


L' allergia è una reazione anomala nei confronti di sostanze presenti  nell'ambiente che, mentre risultano innocue per la  maggior parte delle persone, in soggetti predisposti  generano una risposta immunitaria che causa una varietà di sintomi.



Qualsiasi sostanza che causi una attivazione anomala del  sistema immunitario dell’organismo viene  definita allergene.

Un'allergia sviluppa quando il sistema immunitario del corpo reagisce a un allergene come se fosse una minaccia.

Le volte successive che una persona entra in contatto con l'allergene, il corpo "ricorda" la precedente esposizione e produce una risposta maggiore con il rilascio di sostanze chimiche nel corpo che portano a sintomi  di gravità variabile ed in sedi diverse.

La natura dei sintomi dipende anche da come avviene il contatto con l'allergene. Ad esempio, è possibile che si verifichino problemi con le vie respiratorie se si respira nel polline.

Le  principali fonti di allergeni sono:
• acari della polvere domestica
• pollini
• animali domestici
• spore di funghi o muffe
• alimenti (in particolare latte, uova, frumento, soia,  frutti di mare, frutta e noci)
• punture di vespe e api
• alcuni medicinali
• lattice
• sostanze chimiche di uso domestico o industriale

Tipi di allergie e sintomi
I sintomi sono molto vari per sede ed  intensità , dal pericoloso shock anafilattico , alle più lievi forme di dermatite:

Allergie respiratorie: rinocongiuntivite allergica e asma allergica, che causano affanno, tosse, respiro corto, starnuti, naso che cola e sinusite, oltre ad arrossamento, lacrimazione e prurito degli occhi.
Allergie cutanee (dermatiti): dermatite atopica (eczema) e dermatite da contatto che generalmente
provocano eruzioni cutanee.
• Altre allergie: allergie alimentari e al veleno di insetti che causano vari tipi di reazioni che, in alcuni casi possono mettere a repentaglio la vita (anafilassi).


Sono soprattutto le allergie respiratorie  in aumento in tutto il mondo. Circa il 20% delle persone in Europa soffre di rinite allergica (il 15% -20% dei quali è affetto da una forma grave della malattia ), mentre si stima che l’asma colpisca  il 5% - 12% delle persone in Europa.

La  reazione “abnorme”  del  Sistema  immunitario si estrinseca nella iperproduzione di anticorpi (IgE) e/o di cellule contro organismi vegetali e/o altri di origine naturale  (allergeni/antigeni) normalmente presenti nel medio ambiente,  che  vengono  riconosciuti  come
estranei e dannosi  ("Patogeni") .



Sebbene chiunque nel corso della vita possa manifestare reazioni allergiche attraverso  il processo di “sensibilizzazione”, alcuni individui ("atopici") presentano costituzionalmente un rischio maggiore.

–  In  tale  predisposizione  allergica svolgono un ruolo determinante due fattori:

a) ereditari
– Sono a maggior rischio di allergia i fratelli ed i figli di allergici; la probabilità di sviluppare allergia per questi ultimi è del 70%, quando entrambi i genitori siano allergici, e dell’80% qualora essi soffrano della medesima forma allergica. Il rischio decresce progressivamente nel caso in cui uno solo dei genitori, un fratello o altro parente stretto sia allergico.

b) fattori ambientali
– L’insorgenza della patologia allergica può essere favorita da:
− esposizione ripetuta e prolungata a fumo di sigaretta, pelo di animali, polvere di casa, inquinanti aerodispersi, “particolato”, etc.;
− assunzione troppo precoce o troppo tardiva di  alcuni  alimenti (latte vaccino, uova, pesce).


LA MARCIA ALLERGICA

I quadri clinici dell’allergia tendono spesso a presentarsi con una progressione cronologica caratteristica.
 I primi sintomi di allergia sono rappresentati di solito da lesioni cutanee a carattere eritematoso (la classica dermatite atopica), che compaiono nei bambini molto piccoli, spesso sin dai primi mesi di vita.
Oltre a queste forme, altre manifestazioni precoci di allergia possono essere alcuni sintomi gastroenterici, come diarrea, vomito e dolori addominali; i sintomi respiratori sono invece solitamente a comparsa più tardiva, anche se la rinite e il “respiro sibilante”, prime evidenze del coinvolgimento della mucosa respiratoria, possono comparire anche nei bambini molto piccoli.

Queste ed altre evidenze cliniche portano a ritenere che è come se l’allergia si “muovesse” all’interno dell’organismo, spostando la reattività verso tessuti più profondi, come in una sorta di marcia...


È dimostrato che esistono allergeni comuni a pollini e ad alcuni tipi di frutta e di verdura.
Questa “sindrome” si osserva in più del 10% dei pollinosici.




È infine da ricordare che in una discreta percentuale di pollinosici si possono rilevare immunoglobuline E specifiche verso  alimenti  vegetali  senza  alcuna manifestazione  clinica successiva  all'ingestione di tali alimenti.

 Possibili cross-reazioni tra pollini ed alimenti:

Betulaceae  -  Corylaceae (betulla, ontano,  nocciolo,  carpino): mela, pera, pesca, albicocca, prugna, ciliegia,  nocciola,  noce,  mandorla, nespola, arachide, lampone, fragola, kiwi; sedano, finocchio, carota, prezzemolo.

Graminaceae (frumento): melone,anguria, arachide, pesca, ciliegia, albicocca,  prugna, mandorla,  kiwi, agrumi; pomodoro.

Compositae (artemisia, ambrosia): banana, castagna; lattuga, cicoria, tarassaco, camomilla, olio di girasole, margarina, sedano, finocchio, carota,  prezzemolo,  pepe  verde, miele.

Parietaria: melone, ciliegia, more di gelso; pisello, basilico, ortica.

ESISTONO ANCHE :

Possibili reazioni crociate tra alimenti

  • Finocchio: Sedano, carota, prezzemolo
  • Cacao: Leguminose
  • Mela: Albicocca, ciliegia, pesca, prugna, patata, carota
  • Miele: Pollini vari, soprattutto di graminacee per il mille fiori.
  • Carota: Sedano, mela, patata, segale, frumento, ananas, anice, avocado, lattuga
  • Aglio: Asparagi, cipolla
  • Piselli: Lenticchie, liquirizia, soia, fagioli, arachidi, finocchio
  • Pesca: Albicocca, prugna, banana
  • Gamberetti: Granchio, aragosta, calamaro, gambero
  • Arachide: Mandorle, nocciole, noci


Le infezioni delle vie respiratorie giocano  un  importante ruolo  protettivo  nell’insorgenza di allergia; la mancanza di sufficienti contatti con virus e batteri nei primi anni di vita determina la riduzione dei linfociti Th1 ed il conseguente aumento dei linfociti Th2 .

L’eccessiva "igiene" produce il medesimo effetto; inoltre, tanto maggiore è il numero dei figli tanto più bassa è la probabilità che i figli più giovani siano affetti da asma bronchiale allergico. 


Particolari abitudini alimentari  possono maggiormente  predisporre  all’asma;
l’eccessivo uso di farmaci (es. antibiotici), il ricorso continuo a vaccinazioni, la  presenza  o  meno  di  infestazioni parassitarie e il fumo di tabacco sono condizioni che possono aumentare l’incidenza di questa patologia. 

Sono più colpiti i maschi delle femmine; l’obesità è un fattore predisponente.

Ciò che è importante ricordare è che l’allergia, qualunque sia l’allergene, ovunque si manifesti, non è mai una problema localizzato ma coinvolgente sempre l’intero organismo.

Alla base di tutto è il disequilibrio della “bilancia” immunitaria

Gli allergeni inducono il sistema immunitario a produrre una particolare classe di anticorpi: le immunoglobuline di tipo E (IgE). 

L’ipersensibilità IgE-mediata è infatti una caratteristica di tutte le problematiche allergiche.
Alla base di questo comportamento immunitario vi è un disequilibrio nella differenziazione delle cellule che funzionano come i “registri” della risposta difensiva, i linfociti T helper




I T helper (Th) sono suddivisi in due principali sottogruppi con funzioni specifiche, i Th1 e i Th2, tra loro antagonisti.

 Il cardine dell’efficienza immunitaria, e quindi della salute, dell’individuo ha le sue basi nell’equilibrio tra Th1 e Th2. 


Per svariati fattori (mancato o scarso allattamento al seno, vaccinazioni, uso di farmaci, soprattutto antibiotici, alimentazione ricca di zuccheri e proteine animali, ecc.), questo equilibrio può venire a mancare, privilegiando un orientamento immunitario, oppure l’altro.

 Lo sbilanciamento immunitario verso Th2 è una caratteristica che predispone l’individuo all’allergia. I Th2 sono infatti legati all'attivazione e alla differenziazione dei linfociti B, produttori di IgE, gli anticorpi dell’allergia. 

Considerate queste premesse si evidenzia che il trattamento delle allergie con la medicina convenzionale non è soddisfacente.

Contenere i sintomi senza  trattare invece le cause che hanno portato all’iper-reattività allergica dell’individuo non può risolvere il problema e conduce  all’utilizzo di molti farmaci per curare i tanti sintomi che si manifestano...con la conseguenza di molteplici effetti collaterali! 

Le classi di farmaci maggiormente utilizzate in tal senso sono gli antistaminici, gli stabilizzatori di membrana, i β2 stimolanti/adrenergici, i cortisonici e gli antileucotrienici.

Gli antistaminici, sia di prima che di seconda generazione, presentano numerosi effetti collaterali: la sedazione, che limita fortemente la qualità di vita del paziente, è uno di questi, l’effetto “rimbalzo”, all’interruzione del farmaco, è un altro, molto comune. Altri effetti collaterali sono: dolori gastrici, secchezza delle fauci, delle mucose nasali e della gola, vertigini, nervosismo, irrequietezza ed aumento di peso, per non parlare del rischio di una forma di aritmia che può evolvere in quella che viene chiamata “torsione di punta”, un’aritmia potenzialmente letale. 

Ricchi di effetti collaterali sono anche gli stabilizzatori di membrana: broncospasmo, tosse, affanno, edema laringeo, tumefazione e dolori articolari, angioedema, mal di testa, rashes cutanei, nausea, sapore cattivo in bocca, oltre al fatto che risultano insufficienti per contenere i sintomi se utilizzati da soli e necessitano perciò dell’associazione con i cortisonici e/o gli antistaminici. 

Gli effetti avversi dei β2 stimolanti/adrenergici sono tali e tanti che si dovrebbe veramente utilizzarli in extremis, solo nei casi di effettivo bisogno del paziente. Tra i maggiori effetti collaterali di tali farmaci ricordiamo: euforia, tachicardia, insonnia, nervosismo, agitazione, ansietà a cui si aggiungono, ben più gravi, nausea, vomito, cefalee, aumento della pressione sanguigna, ictus cerebrale e infarto cardiaco (in particolare, questi farmaci devono essere usati con estrema cautela dai cardiopatici). 

cortisonici, purtroppo ampiamente utilizzati per la loro efficacia nel “mascherare” i sintomi, danno, ahimè, ritenzione idrica, gonfiore del viso, aumento della peluria, insonnia, aumento dell’appetito. Il protrarsi della cura può portare ad incremento di peso, riduzione della massa muscolare, iperglicemia, osteoporosi, ulcere gastriche, psicosi, cataratte, glaucoma, ritenzione di sodio  e perdita di potassio, ipertensione arteriosa, micosi ed infezioni. 

Non meno pericolosi sono anche gli antileucotrienici, di recente immissione in commercio, i quali sembrano essere direttamente collegati a cambiamenti comportamentali quali ansia, depressione e, in ultima analisi, tendenza al suicidio (e sono per tale ragione monitorati, dal marzo 2008, da parte della FDA). 

Una considerazione a parte va fatta per l’Immunoterapia Allergene Specifica (ITS); il principio è quello di somministrare al soggetto allergico dosi sempre crescenti di allergene con lo scopo di indurre tolleranza o di desensibilizzare verso l’allergene stesso. La somministrazione deve essere effettuata per un periodo di tempo molto lungo, dai 3 ai 5 anni!!! L’ITS non elimina tutti i sintomi dell’allergia e anche dopo il termine della procedura, l’allergico continuerà con la terapia farmacologica “a vita”, anche se con dosaggi minori. 

Con questi presupposti, è ragionevole considerare un  approccio alternativo basato su
un' attenzione particolare allo stile di vita, valutando l'utilizzo di terapie basate su altri presupposti (omeopatia, omotossicologia, fitoterapia, oligoterapia, agopuntura, etc),  con lo scopo, di diminuire la reattività dell’organismo e lo stato infiammatorio sistemico cronico (legato allo squilibrio verso Th2) e di trattare efficacemente i sintomi con il minor sovraccarico possibile di farmaci.




venerdì 24 maggio 2013

Le verruche

Le verruche sono una patologia infettiva della cute molto frequente, causata dal Papilloma Virus Umano (HPV) di cui esistono più di cento sottotipi .




Bambini e adolescenti costituiscono il principale serbatoio del virus, soprattutto in chi frequenta piscine e palestre.
 
La comparsa dell’infezione come anche la sua eliminazione sono strettamente collegate allo stato immunitario del soggetto nel momento in cui viene a contatto con il virus.
La risposta immunitaria dell’ospite determina la loro spontanea scomparsa in circa il 75 % dei casi in 3-4 anni (30% dei casi entro 6 mesi).

La trasmissione del virus (tempo medio di incubazione di 3/4 mesi) è interumana  diretta o mediata da oggetti di uso comune mesi favorita anche da microtraumi ed escoriazioni che facilitano la sua penetrazione e diffusione.

Le verruche generalmente sono asintomatiche, ma possono creare alcune problematiche:

Possono essere contagiose
Possono rappresentare un problema estetico: quando localizzate su viso, labbra, mani creano disagio psicologico nella vita di relazione
Sulle mani e sul viso possono sanguinare facilmente anche a seguito di piccoli  urti mentre, se localizzate alla pianta dei piedi, possono creare notevole dolore alla deambulazione inducendo a posture non congrue.

Il riscontro di verruche genitali in età pediatrica richiede sempre un attento controllo da parte del curante per escludere i rari casi di abuso sessuale.

Possono presentarsi
sia sulle cute che sulle mucose ed assumono, a seconda della  sede,  aspetti molto vari.
Quelle che solitamente si riscontrano nei bambini ed adolescenti sono le:

1) Verruche piane:
Di solito sono della grandezza di una capocchia di spillo; sono più lisce rispetto agli altri tipi di verruche e la loro sommità è piatta. Le verruche piane possono essere di colore rosa, marroncino o giallastro. Nella maggior parte dei bambini che ne sono colpiti le verruche piane compaiono sul viso, ma possono anche manifestarsi sulle braccia, sulle ginocchia o sulle mani e possono comparire a grappoli.


2) Verruche volgari:
Di solito sulle dita, sulle mani, sulle ginocchia e sui gomiti, la verruca comune è una piccola escrescenza dura, di forma arrotondata e solitamente di colore grigiastro marroncino. Ha una superficie ruvida che assomiglia vagamente al cavolfiore e al suo interno presenta dei puntini neri.






3) Verruche plantari
Le verruche sui piedi si presentano esclusivamente sulle piante e sono molto simili a calli, con piccoli puntini scuri al loro interno. Questi ultimi sono provocati dallo stiramento delle papille dermiche che formano perciò dei micro trombi.
Le verruche ai piedi sono forse le più fastidiose perché, a differenza degli altri tipi di verruca, la pressione della deambulazione le comprime e provocano dolore.








Le Verruche genitali o condilomi acuminati possono insorgere nei distretti genitali per contagio da altra sede cutanea o da verruche delle mani di un familiare o per contagio sessuale.

E' IMPORTANTE RICORDARE CHE:

1) Alcuni trattamenti distruttivi (diatermocoagulazione , escissione chirurgica, laser CO2) possono provocare notevole dolore e rischio di cicatrici


2) Nessuna terapia locale, anche distruttiva, garantisce da recidive

La diagnosi è generalmente clinica e non richiede esami supplementari.
Solo in rari casi può essere necessaria la biopsia , l’esame istologico e la diagnosi virologica.


Nonostante spesso si possa assistere ad una regressione spontanea delle verruche, la loro grande contagiosità è un elemento a favore del trattamento.
Oltretutto le verruche insorte in punti visibili (mani, volto), possono anche essere causa, in special modo nel bambino, di problemi nella socializzazione o di derisione.

A seconda della sede, le verruche si tratteranno in maniere differenti, sempre sotto stretto controllo medico, utilizzando sempre le terapie meno aggressive e dolorose anche perché le verruche hanno un’alta percentuale di recidiva (30% dei casi). 

Ad esempio per le verruche del viso la terapia più consigliata, per evitare esiti cicatriziali, seppur minimi, è quella con l’acido retinoico in lozione o in crema da applicare localmente per 3-6 settimane. Leverruche sul resto del corpo, compresa la zona plantare, vengono trattate a domicilio principalmente con preparazioni topiche cheratolitiche a base, ad esempio, di acido salicilico o con la crioterapia con azoto liquido (“bruciatura a freddo”), da effettuarsi invece dal dermatologo .
Le verruche genitali si trattano con lozioni ad uso esterno a base di podofillotossina o con la crioterapia. 




Solo in alcuni casi ben definiti possono essere utilizzate altre modalità terapeutiche come l’immunoterapia topica con acido squarico, difenciprone o imiquimod, mentre le terapie distruttive (diatermocoagulazione, laser CO2) e l’asportazione chirurgica nel bambino sono generalmente da evitarsi perché prevedono la dolorosa ananestesia locale. In alternativa si può utilizzare con discreta efficacia efficace il dye laser.


da consultare :
GASLINI
VERRUCHE NET
FARMACO E CURA
EUROSALUS (Cure omeopatiche)




venerdì 3 maggio 2013

cambiare abitudini per il bene dei bambini


Per limitare i rischi di malattia del bambino spesso è necessario modificare lo stile di vita.

Non solo quello del bimbo, sarebbe impossibile, ma quello di tutta la famiglia !